Teo Mammucari: “Quando lavoravo nei villaggi, una sensitiva ha predetto tutta la mia vita fino ad oggi”

Ospite della puntata di Domenica In del 4 maggio è stato Teo Mammucari. Il conduttore e mattatore tv ha parlato del suo primo libro, Dietro ogni profondo respiro, in cui ha raccontato la sua vita, sin dall'infanzia, arrivando al giorno d'oggi.
L'idea di scrivere un libro
Sebbene in molti gli avessero proposto di scrivere un libro comico, Teo Mammucari non ha mai accarezzato realmente quest'idea, finché non è sorta in lui una vera e propria esigenza: "In questo periodo della mia vita ho pensato voglio scrivere un libro per un motivo, ho trovato il coraggio di farlo". Alla domanda sul cosa esattamente lo abbia spinto ha raccontato un aneddoto che gli ha dato la certezza che avesse imboccato la giusta strada:
Un giorno ha cominciato a scrivere, è venuta la mia vicina di casa, legge le prime due pagine e inizia a piangere. Dopo una settimana viene la figlia di un mio amico e succede la stessa cosa. Mi sono chiesto che sta succedendo?
L'arrivo in collegio da bambino
L'infanzia è stata per Mammucari un periodo particolarmente difficile, soprattutto i primi anni trascorsi in collegio, dove fu lasciato dalla madre quando aveva appena tre anni e mezzo:
Ho imparato in quegli anni, ma non ho dimenticato. Mi porta in un collegio e mi lascia là. Ho capito da là fino alla fine del libro perché doveva accadere. Ricordo che quando arrivai mi presero le suore, mi hanno portato in questo posto, un corridoio lungo e buio, ma la cosa strana è che quella roba lì, ha avuto un risvolto pazzesco.
Il conduttore racconta come quell'immagine abbia segnato gli anni successivi della sua vita, nei quali ha sempre cercato di uscire da quel tunnel in cui era stato portato da bambino:
Nel collegio non hai riferimenti, sei in un contesto dove per forza di cose ti crei quel muro, quel collegio è diventano un locale, un villaggio turistico, ho dovuto illuminare quel tunnel, la cosa che mi piace del successo è che il nostro tunnel è illuminato dalla Sicilia al Trentino.
Il secondo collegio: "Lì ho iniziato i primi giochi"
Gli anni in collegio non sono stati facili, anche suo fratello più grande che era lì, Mammucari è riuscito ad incontrarlo poche volte: "Le suore mi pestavano di botte. Quando veniva mia madre, ogni 15 giorni, non potevo dire niente". Dopo questa esperienza, vissuta fino agli undici anni, ne ha iniziata un'altra che è stata altrettanto importante: "Era sempre un collegio ma in compenso sembrava il paese dei balocchi, perché era gestito da educatori. Lì ho iniziato a fare i primi giochi". In quegli anni, infatti, sviluppa questa propensione verso il cabaret, i giochi di prestigio e il calore di chi aveva intorno, cosa che ha sempre ricercato:
Il collegio non l’ho mai lasciato. Se ci pensi, dopo aver lasciato l'ultimo collegio sono andato nei villaggi turistici, perché mi mancava quella dimensione con le persone attorno. E quando poi è arrivato il successo, ho continuato ad averle.
L'incontro con la sensitiva francese
La sua gavetta, infatti, è iniziata proprio nei villaggi turistici e in quel frangente, dove aveva vitto e alloggio, insieme alla possibilità di mostrare i suoi spettacoli, incontrò una donna che cambiò la sua vita. Si trattava di una sensitiva francese, conosciuta in un villaggio della Costa d'Avorio con la quale ha avuto un colloquio piuttosto interessante:
Sono una sensitiva, se mi mandi dei clienti, io ti faccio dei regali. Io pensavo fosse matta, ma volevo i giochi, quindi le portavo persone che poi venivano da me e mi dicevano che aveva ragione. Un giorno lei mi guardò e mi disse "ti vedo stressato, ma perché non vieni anche tu?". Andai e lei mi comincia a dire tutto, lascerai il villaggio Valtur, farai una figlia, arriverai in tv, inizia a dirmi la mia vita. A fine stagione io lascio la Valtur e tutte le cose che lei mi ha detto sono successe fino ad oggi.