Roberto Benigni prende in giro Bruno Vespa, la battuta su Berlusconi: “Voglio il tavolo di ciliegio”

Roberto Benigni non si è lasciato scappare l'occasione di fare show anche nei Cinque Minuti di Bruno Vespa. L'attore, ospite della trasmissione in onda su Rai1, ha fatto un intervento legato al lancio del suo libro in uscita il prossimo 17 giugno, dedicato all'Europa e intitolato Il Sogno, come lo spettacolo andato in onda per la serata evento dello scorso marzo.
La battuta di Benigni a Cinque Minuti
A margine del breve incontro, Benigni si è però lasciato andare a una gag irrinunciabile. Al momento dei saluti, infatti, ha scherzato con Vespa riportando alla mente un aneddoto del passato, il famoso momento della firma del contratto con gli italiani siglato da Silvio Berlusconi a Porta a Porta: "E no Vespa, io voglio fare un'ultima cosa con lei. Voglio il suo tavolo di ciliegio, quello famoso, voglio firmare il mio libro come fosse il contratto con gli italiani". Vespa ha colto immediatamente il riferimento e ha accolto lo scherzo di Benigni, suggerendogli di fingere che il tavolo della trasmissione fosse proprio quello utilizzato per l'iconico momento di Berlusconi. Benigni quindi ha aggiunto: "Io firmo che questo libro è meraviglioso. Se voi acquistate questo libro io vi do un milioni di posti di lavoro, abbasso le tasse…", enumerando alcuni proclami propagandistici.

Il contratto con gli italiani firmato da Berlusconi a Porta a Porta
Il riferimento di Benigni è al famoso "contratto con gli italiani", un documento presentato e firmato da Silvio Berlusconi l'8 maggio 2001, cinque giorni prima delle elezioni politiche, nel corso della trasmissione televisiva Porta a Porta condotta da Bruno Vespa su Rai 1. Con quella firma, rimasta negli annali della storia della Tv italiana come uno dei momenti più controversi della storia recente, l'allora capo dell'opposizione si impegnava, in caso di vittoria elettorale, a portare a termine varie riforme riassunte in cinque punti e, in caso di mancata realizzazione di almeno quattro di questi, a non ricandidarsi alle successive elezioni politiche.