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Marco Masini: “Nel 2001 obbligato a chiudere la carriera, lavorare era impossibile”

Marco Masini racconta a Verissimo il periodo difficile della sua carriera durante il quale fu travolto da dicerie pesantissime, che lo obbligarono a ritirarsi temporaneamente: “Le case discografiche non mi volevano più”.
A cura di Andrea Parrella
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Marco Masini torna a raccontarsi, con un libro e con la sua musica. Il cantante ha appena pubblicato "L'altalena", un'autobiografia in cui parla della sua vita e ripercorre gli oltre trent'anni di carriera. In un'intervista a Verissimo, Masini ha parlato di quel periodo difficile della sua carriera, tra fine anni Novanta e inizio Duemila, durante il quale fu travolto dalle dicerie sul suo conto, relative alla negatività dei suoi testi, che presto si trasformarono in voci su una presunta influenza negativa del suo personaggio. "Certe cose non nascono per cattiveria, ma per scherzo", dice ricostruendo un periodo difficile che lo costrinse a una battuta d'arresto, ma a cui oggi guarda con lucidità:

"I momenti più belli sono quelli in cui ti fai i muscoli. Negli anni Novanta difendevo una generazione di perdenti, che aveva ragione ad avere paura. In quegli anni succedeva di tutto e non mi rendevo conto che lo sfogo che mettevo nelle canzoni, l'urlo, dava un'importanza incredibile a un insieme di persoe che attraverso una filosofia musicale faceva aggregazione. Mi ero assunto una grande responsabilità. Avevo 26 anni, rappresentavo gente di 20, 22, ma anche di 15". 

Le conseguenze di quanto accadde non furono affatto facili da digerire, tanto che Masini si trovò costretto ad annunciare la fine della carriera nel 2001, prima del ritorno nel 2004 con la vittoria a Sanremo: "Ho smesso per un fattore tecnico, ero obbligato a chiudere la carriera perché la casa discografica mi disse che non potevano fare promozione al mio disco perché non mi volevano. Continuare a fare quel lavoro non era possibile. Però riscriverei tutte le cose che ho scritto". 

Altro tema toccato nel corso dell'intervista, quello della paternità, esperienza che Masini non ha mai vissuto anche se avrebbe voluto, ma che oggi ritiene sia tardi poter intraprendere: "Ho quasi 60 anni e peccherei di egoismo. Un figlio a 20 anni ha bisogno di un amico e mi dispiacerebbe dare un dolore a un figlio che a quell'età potrebbe perdere un padre. Se la vecchiaia ti sta piano piano spegnendo, un figlio non può chiaramente contare su di te". 

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