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Giorgino, D’Aquino e Chimenti via dal Tg1 della sera, Anzaldi: “Un regolamento di conti interno”

Il segretario della Commissione Vigilanza Rai sull’indiscrezione che sta seminando il caos a Saxa Rubra: “In una redazione che conta oltre 150 giornalisti, di cui gran parte graduati tra cui ben 7 vicedirettori, si fatica a capire perché i volti più noti, impegnati in prima serata, debbano occuparsi anche dell’edizione dell’alba”.
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L'indiscrezione sul Tg1 è ormai esplosa. Per effetto di una decisione della direttrice Monica Maggioni, i mezzobusto più popolari del telegiornale Francesco Giorgino Emma D'Aquino e Laura Chimenti saranno migrati verso le altre edizioni del telegiornale. La decisione sarà discussa e dibattuta nelle sedi dedicate della Rai e abbiamo, allo scopo di anticipare qualcosa, ascoltato l'On. Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza Rai: "È una situazione tafazziana. Prima la Rai fa crescere questi volti e poi li rimuove?". Ma soprattutto, è una scelta che tradisce ancora una volta l'ennesimo spreco: "In una redazione che conta oltre 150 giornalisti, di cui gran parte graduati tra cui ben 7 vicedirettori, si fatica a capire perché i volti più noti, impegnati in prima serata, debbano occuparsi anche dell’edizione dell’alba".

Onorevole Anzaldi, sul web si rincorrono le notizie sulla rimozione dall’edizione serale del Tg1 di 3 conduttori tra i più conosciuti, Francesco Giorgino, Emma D’Aquino e Laura Chimenti. Che ne pensa?

Se la notizia della rimozione di Giorgino, D’Aquino e Chimenti fosse confermata, ci troveremmo di fronte ad una situazione davvero tafazziana: prima la Rai ha fatto crescere questi volti del tg dandogli incarichi, spazio, responsabilità, e ora li rimanda alla casella iniziale della carriera? Nessuna azienda si comporterebbe così. Giorgino è stato per tanti anni capo del politico del principale Tg pubblico ed ha condotto tutti gli speciali elettorali degli ultimi anni, D’Aquino e Chimenti sono state scelte dall’azienda per rappresentare l’intera categoria dei giornalisti Rai nel massimo evento televisivo italiano, Sanremo: che senso ha averli fatti arrivare nella casella più alta e poi rispedirli indietro? A meno che non ci siano altre motivazioni preoccupanti.

A cosa si riferisce?

Una rimozione del genere, non motivata da ragioni produttive o di organizzazione del lavoro, farebbe pensare ad un regolamento di conti interno alla redazione. Se pensiamo che negli ultimi anni il Tg1 è assurto all’onore delle cronache anche per delle vere e proprie risse tra vicedirettori e direttori, sarebbe l’ennesimo segnale di una testata fuori controllo. In una redazione che conta oltre 150 giornalisti, di cui gran parte graduati tra cui ben 7 vicedirettori, si fatica a capire perché i volti più noti, impegnati in prima serata, debbano occuparsi anche dell’edizione dell’alba.

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Anche perché, in Rai, i giornalisti sono tanti…

Appunto. Davvero tra le decine e decine di giornalisti della redazione, gran parte totalmente ignoti al grande pubblico, non c’è nessuno che possa occuparsi dell’edizione delle 6.30 del mattino? A che servono allora così tanti giornalisti?

Crede, quindi, che sia un provvedimento ad personam?

La responsabilità dell’organizzazione della testata è del direttore, quindi rientra nelle facoltà della direttrice affidare le diverse mansioni, e una giornalista come Monica Maggioni, di grande esperienza sia giornalistica che aziendale visto che è stata anche presidente del Cda, ha certamente tutti i numeri per poter gestire questa situazione.

Però?

Però resta il fatto che in un ambito come la Rai, dove le promozioni di carriera vengono assegnate molto a cuor leggero e spesso in maniera opaca e senza motivazioni, dove si assiste anche a tripli salti di carriera in pochi mesi come abbiamo visto proprio con una giornalista del Tg1, dove la politica decide scatti e mansioni, non si capisce perché si prenda un provvedimento così restrittivo e rigoroso solo per questi tre giornalisti.

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