Francesca Pascale da Chiambretti: “Licia Ronzulli mi ha impedito di salutare Silvio Berlusconi”

Questa sera riparte Donne sull'orlo di una crisi di nervi, lo show di Piero Chiambretti in onda tutti i giovedì su Rai3. Si riparte con le parole fortissime di Francesca Pascale all'indirizzo dei vertici di Forza Italia, in particolare della senatrice Licia Ronzulli in relazione alla scomparsa di Silvio Berlusconi, suo ex compagno: "Purtroppo non ho potuto salutare il mio presidente dopo 15 anni vissuti insieme. La situazione è stata gestita senza empatia e senza rispetto". Il rimpianto sarà per sempre: "Io non ho potuto salutare il Presidente e ho nei ricordi stupendi, anche quelli di vita quotidiana normali. Però c'è anche il tormento di non averlo potuto salutare".
Il dolore per un addio mancato
L'ex compagna di Silvio Berlusconi rivela di non essere stata messa al corrente della gravità delle condizioni di salute dell'ex premier: "Non sono stata avvertita in tempo della gravità della malattia del mio presidente. Sono stata 15 anni accanto a Silvio Berlusconi e meritavo di salutarlo come è giusto, come hanno fatto tante altre persone". Secondo la Pascale, non ci sarebbe stato un vero e proprio divieto diretto nei suoi confronti, ma piuttosto il risultato di tensioni interne all'entourage berlusconiano: "In realtà non credo sia stato un divieto da parte di qualcuno. Credo sia stata la conseguenza di una forte discussione all'interno del gruppo di lavoro del presidente Berlusconi. Questo mi ha portato a una rottura tra i rapporti delle persone, degli assistenti di Silvio Berlusconi".
La frecciata pubblica a Licia Ronzulli
La Pascale lancia poi una frecciata sulla narrazione pubblica dell'ex premier: "Spesso quando si parla di Silvio Berlusconi si parla automaticamente della famiglia, dei figli. Io lo trovo davvero, non dico volgare, ma non è giusto, anche perché Silvio Berlusconi, tutto quello che ha fatto non possiamo ricondurlo sempre solo alla famiglia". Poi indica colei che ritiene essere la diretta responsabile del mancato saluto:
Nel caso del funerale è stato semplicemente il cerchio magico intorno a Silvio Berlusconi a impedirmi di salutare il mio presidente. In particolar modo è stata una persona che è senatrice di Forza Italia: era l'assistente di Silvio Berlusconi ed è Licia Ronzulli. Non so per quale motivo, l'ironia del mio dolore, mi ha portato poi a cercare consolazione in chi mi aveva fatto soffrire. Perché la prima persona che ho chiamato dopo la morte del presidente è stata proprio Licia Ronzulli.
L'incontro tra le due è avvenuto il giorno del funerale: "Io poi l'ho abbracciata all'ingresso della chiesa prima del funerale. E lì ho capito che l'astio, l'odio, le liti furibonde che vanno avanti per giorni, mesi e anni fanno male soltanto a noi stessi perché abbiamo perso tanto tempo, un tempo che non ci porterà mai indietro più nessuno".
La replica di Licia Ronzulli
Con una nota alla stampa, la senatrice Licia Ronzulli ha chiesto il rispetto della verità: "In questi anni, da quando è mancato il presidente Silvio Berlusconi, ho sopportato molto e sono rimasta in silenzio. L’ho fatto malgrado un continuo tiro al bersaglio, nonostante sia stata accusata, di volta in volta, di quasi tutto: dalle scelte politiche del Presidente – praticamente – all’invasione su Marte. Sono rimasta in silenzio anche per dare continuità a quella serietà con cui ho svolto, per molti anni, il mio ruolo di sua collaboratrice. L’ho fatto per rispetto della sua memoria e della sua famiglia, incassando e guardando avanti. Nonostante, come leggo, il filone delle fantasie non sia esaurito, continuerò a mantenere riserbo e serietà, com’è sempre stato mio costume. C’è un limite, però, che non può e non dovrà più essere oltrepassato: il rispetto della verità. Lo devo alla mia persona, alla mia famiglia, a mia figlia, perché non sempre le menzogne possono essere dette senza pagarne le conseguenze. Oggi, per esempio, leggo le incomprensibili affermazioni della signora Francesca Pascale, la quale avrebbe sostenuto – spero ancora sia stata male interpretata o che si tratti di un errore – che non le avrei permesso di partecipare ai funerali del presidente. Spiace non ricordi che non ho avuto alcun ruolo nell’organizzazione delle esequie, che era, giustamente, affidata alla famiglia, d’intesa con il cerimoniale di Palazzo Chigi. Tanto è vero che la sottoscritta, dopo 20 anni di vicinanza, si è attenuta all’assegnazione del posto del cerimoniale, in quanto, all’epoca, capogruppo dei senatori di Forza Italia. Di più: per educazione e con spirito di comprensione, sempre la sottoscritta aveva informato la signora su come richiedere la possibilità di partecipare alla funzione, cosa che poi è peraltro avvenuta. Trovo francamente incomprensibile l’accusa, tanto più alla luce dello scambio avvenuto successivamente, di cui ovviamente ho traccia, nel quale addirittura mi ringrazia per l’aiuto”.