Francesca Albanese via da In Onda per andare a Tintoria: “Era una trappola, la solita zuffa televisiva”

Svelato il mistero: Francesca Albanese è andata via da In Onda per arrivare in tempo a Tintoria, il podcast di Daniele Tinti e Stefano Rapone. Scherzi a parte, il timing è esattamente quello. Dopo la fuga dal programma di Luca Telese e Marianna Aprile, la relatrice Onu è stata ospite del podcast, quindi ha commentato a caldissimo tutto quello che è successo, aggiungendo una chiave di lettura ulteriore a quanto commentato a Fanpage.it dove ha detto: "Rispetto Liliana Segre ma il suo dolore non la rende lucida su Gaza".
La ricostruzione dei fatti
Durante la trasmissione di La7, Francesco Albanese ha lasciato lo studio mentre un altro ospite, Francesco Giubilei, commentava favorevolmente la posizione della senatrice Liliana Segre sull'uso del termine genocidio in riferimento alla situazione di Gaza. L'abbandono dello studio, senza apparente preavviso, ha scatenato reazioni immediate anche da parte di esponenti politici. "Ho commesso l'errore di andarci", ha spiegato a Tintoria, "le solite trappole in cui se non si fa la zuffa non si è contenti. Me ne sono andata, ho detto basta. Erano le 21, avevo detto che alle 21 sarei andata via per venire da voi".
Io non perdo la pazienza facilmente, ma sono morte 65mila persone. Non volete chiamarlo genocidio ma ‘pippo'? Va bene…
Anche il viaggio in taxi verso il podcast è entrato nel racconto. "Il tassista ascoltava me e le mie collaboratrici. Mi stavo lamentando di come sia stata presa in contropiede. Il tassista mi ha detto che la gente è con me, non c'era motivo di lamentarmi", ha spiegato Albanese.
La questione Segre: "Rispetto, ma a Gaza è genocidio"
Nel corso della puntata, il tema centrale dello scontro è stato affrontato in modo diretto. Albanese ha chiarito la sua posizione nei confronti della senatrice Liliana Segre e della definizione di genocidio, tornando alle parole affidate anche al nostro giornale. "Ho un grandissimo rispetto della senatrice Segre, però in un paese come l'Italia non possiamo continuare a dire che quello che sta accadendo a Gaza non è genocidio perché la senatrice Segre dice che non è un genocidio", ha affermato la relatrice speciale dell'Onu. Il punto cruciale del suo ragionamento riguarda i criteri di definizione: "Quello che costituisce un genocidio non è determinato dall'esperienza personale di uno o dalle emozioni e dei sentimenti personali. Trovo indegno che in questo paese si continui a dire questa cosa e lo dico con profondo rispetto nei confronti della senatrice Segre e di tutti gli altri sopravvissuti all'Olocausto e agli altri genocidi".