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Ermal Meta sugli sbarchi in Italia: “Siate gentili, potreste salvare qualcuno”

Ermal Meta racconta a Le Iene l’arrivo di sua madre in Italia, munita solo di un passaporto falso. Fu la gentilezza di due sconosciuti a salvare la vita a lei e ai tre figli rimasti in Albania.
A cura di Stefania Rocco
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Ermal Meta ha raccontato parte della sua vita attraverso le sue canzoni. L'arrivo in Italia, il rapporto con la madre, le violenze subite da un padre che amava profondamente. Un altro pezzo del suo racconto è quello che il cantautore ha affidato questa sera a Le Iene, nella puntata del 14 marzo. Nel suo monologo, Meta racconta l'arrivo in Italia, diventato possibile solo grazie alla gentilezza di due sconosciuti che lo hanno salvato.

Ermaal Meta: "Uno sconosciuto ci pagò un passaporto falso"

"Quella donna non si fidava di nessuno. Un giorno, per strada, uno sconosciuto la avvicina e le dice che ha sentito delle cose, cose orribili che stanno per succederle. Lei si spaventa, ma gli crede. Del resto ad una donna senza marito a quei tempi poteva accadere di tutto", comincia così, raccontando quanto accaduto a sua madre, il monologo di Ermal Meta a Le Iene: "Lo sconosciuto le consiglia di andare via, ma lei non sa come fare. Lui si offre di pagare di tasca sua un passaporto straniero, tedesco. Non vuole niente in cambio. Le chiede solo delle fototessere. Quando lei gli domanda perché la sta aiutando, lui le risponde che non lo fa solo per lei, ma anche per i suoi figli. Andare alla polizia è inutile e lo sa fin troppo bene", Quell'uomo mai visto prima mantiene fede alla sua parola e torna con i passaporti che avrebbero permesso al cantautore e alla sua famiglia di sperare in un futuro diverso:

Il giorno seguente la donna scatta delle foto e gliele porta. Lui va da un falsario e una settimana dopo il passaporto è pronto. Lo sconosciuto le augura buona fortuna. Non si vedranno più. La donna lascia i figli con sua madre e va a prendere il traghetto che spera possa condurla verso una vita sconosciuta, ma gentile, come quell’uomo. Passa i controlli della polizia albanese senza difficoltà e così, intorno alle 7.00 della mattina seguente la nave su cui si trova entra nel porto di Brindisi.

Ermal Meta: "Siate gentili, potreste salvare qualcuno"

L'arrivo in Italia si rivelerà però più complesso del previsto. Ai controlli, un ufficiale nota quel passaporto falso: "Prima dello sbarco, ogni passaporto viene controllato meticolosamente. Un ufficiale afferra quello della donna e le lancia un’occhiata prima di sparire dietro una porta. Sembra aver già capito. Torna indietro dopo un po' e la chiama in disparte. ‘Questo passaporto è falso, lo sa vero?' le dice a bassa voce. ‘Sì, lo so', ammette lei. ‘Non posso farla passare, devo rimandarla indietro'". Ma quella madre cui Ermal deve tutto lotta, è troppo alta la posta in gioco:

La donna piange cercando di non farsi vedere dagli altri. Poi dalla borsa, tira fuori una fotografia e gliela mette davanti. “Questi sono i miei tre figli. Se torno indietro non ci sarà un futuro per loro.” gli dice. Lui indugia ancora, scrutandola, mentre la donna prega. Di colpo lui apre il passaporto e lo timbra prima di ridarglielo. È libera di andare. Lei vorrebbe abbracciarlo, ma non può. “Vada via, e buona fortuna!” le dice l’ufficiale indicandole la porta verso il suo futuro incerto, ma tutto da scrivere. Non si vedranno più. Due atti di gentilezza salvarono quattro vite. Tra quelle vite c’era anche la mia. Siate gentili. Potreste salvare qualcuno.

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