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Duro attacco della Lega al Tg1: “In crisi nera, non tiene conto delle istanze della società”

Gli esponenti leghisti della Commissione di Vigilanza Rai hanno firmato una nota che si scaglia contro la testata diretta da Monica Maggioni. Dura la risposta del cdr: “Ingerenze inaccettabili”.
A cura di Andrea Parrella
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La campagna elettorale ormai in corso e che ci accompagnerà fino a settembre si gioca anche sugli equilibri della Rai. Non solo per i risvolti sull'organigramma aziendale che il risultato delle elezioni potrebbe avere, ma anche per la maniera in cui la stessa materia elettorale viene raccontata dalle testate giornalistiche del servizio pubblico. Due questioni che, in fondo, sono strettamente connesse tra loro. È in questa chiave che si può leggere l'attacco della Lega al Tg1 guidato da Monica Maggioni.

Nelle scorse ore gli esponenti leghisti della Commissione di Vigilanza Rai hanno firmato una nota che si scaglia sia contro gli ascolti della prima testata del servizio pubblico, sia contro la scelta fatta sugli argomenti da affrontare. Questo il testo:

Sempre peggio: ieri sera il Tg1 delle 20:00 non arriva ai tre milioni di telespettatori. Se non è crisi nera questa, poco ci manca. Qualcuno dovrà farsi delle domande ma soprattutto dovrà dare delle risposte: è difficilmente comprensibile dedicare poco meno dei primi dieci minuti iniziali a tematiche relative all’immigrazione, al presunto movente razzista che dovrebbe fare da sfondo alla vicenda di Civitanova, in realtà smentito dagli inquirenti. Giusta la cronaca, corretto l’approfondimento ma riteniamo doveroso per il notiziario di punta della Rai, dover tenere in considerazione tutte le istanze della nostra società, come ad esempio le difficoltà quotidiane che imprenditori e nuclei familiari incontrano quotidianamente.

Nella stessa giornata di ieri è arrivata una dura replica del comitato di redazione del Tg1, in una nota firmata insieme all’Usigrai:

Non sono accettabili ingerenze fuori luogo da parte di nessuno sulla linea editoriale del Tg1 né sulle scalette di sommario, costruite secondo criteri di notiziabilità. L’indipendenza e la totale correttezza del Tg1 non sono in discussione”. Né accettiamo alcun tentativo di strumentalizzazione e falsificazione sui dati di ascolto del Tg1 che negli ultimi 9 mesi sono lusinghieri. Sono aumentati gli spazi gestiti dal Tg1 nella programmazione di rete e il telegiornale è in prima linea nel racconto di tutti gli eventi più importanti, non solo con le edizioni del tg ma anche con straordinarie e speciali che segnano ottimi risultati in termini di ascolto, come recentemente accaduto ad esempio in occasione della crisi di governo. Questo grazie all’impegno di tutti quanti, anche fuori dall’ordinario, viste le uscite di giornalisti non sostituite, per le quali continuiamo a chiedere con forza il reintegro.

A questa nota si è poi aggiunta quella dell’Ufficio Stampa Rai, che rivendica ascolti in crescita nel 2022 rispetto al 2021, pur riconoscendo una contrazione della platea determinata da fattori collaterali:

Il Tg1 si riconferma leader di ascolto tra i telegiornali italiani. Il tg delle 13 e 30 e quello delle 20 da gennaio a luglio sono stati stabilmente sopra il dato dello stesso periodo dell’anno precedente nonostante il confronto con un’annata (quella del 2021) segnata da eventi di richiamo per la platea estiva come gli europei di calcio e le Olimpiadi.
Nella sola giornata di ieri il Tg1 ha registrato il 26,0 di share nell’edizione meridiana con quasi 3 milioni di spettatori e il 26,7 nell’edizione delle 20 con 3.759 mila spettatori.
Il tutto nonostante la contrazione di platea che riguarda tutti i canali generalisti -come del resto sottolineato dalla relazione dell’Agcom- e le fluttuazioni dovute a singoli eventi esterni (si prenda come esempio la sera di domenica in concorrenza con gli speciali sulla Formula Uno) che influenzano l’andamento di tutti i telegiornali, come si rileva dai dati.

Poco dopo la pubblicazione della nota da parte della Lega in commissione di vigilanza, era giunta una risposta politica, con la dura presa di posizione del Pd da parte del deputato Andrea Romano:

La Lega lavora alle liste di epurazione da applicare alla Rai, cosí come fantastica di liste di ministri prima ancora che gli italiani votino liberamente il 25 settembre. Il lupo perde il pelo ma non il vizio e colpisce che la Lega prima ancora di conoscere l’esito delle elezioni si prepari a purghe tra quei giornalisti Rai che non rispetteranno “il decalogo del buon sovranista”. Salvini e i suoi si tranquillizzino l’autonomia della Rai sarà sempre difesa dalla legge e dall’impegno politico delle forze democratiche, a partire dal Pd. E il voto del 25 settembre non vedrà alcun trionfo della peggiore destra di sempre.

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