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Spunta un “orinatoio Morgan” al Mi Ami Festival, il cantante: “È una gogna, un’umiliazione pubblica per me”

Al Mi Ami Festival è spuntato un “orinatoio Morgan” nel bagno delle donne. Lui chiede la rimozione e l’intervento degli organizzatori: “Difendere la libertà significa anche impedire che venga calpestata sotto forma di umiliazione pubblica”.
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Al Mi Ami Festival è spuntato un "orinatoio Morgan" nel bagno delle donne. È una targa che recita data e luogo "Milano, maggio 2025". Morgan viene definito "Ex: giudice, cantante, artista". La firma "Ad imperitura memoria, la comunità artistica italiana tutta". La foto, condivisa da un account su Instagram presente al Festival, è stata poi rilanciata dallo stesso artista che ha chiesto agli organizzatori del Festival una posizione ufficiale, ma anche ai giornalisti di verificare, di prendere una posizione: "Facendo un commento qui sotto (intende il suo post, ndr), in caso contrario li considererò complici di questa ignobile incivile manifestazione di violenza". 

"Aspetto la rimozione di questo schifo perché è indecente"

Morgan, nel contesto del suo gruppo Whatsapp che include i giornalisti di alcune testate nazionali tra cui Fanpage.it, ha pubblicato integralmente una conversazione con una collega spiegando come è riuscito a risalire alla foto:

Una mia amica mi ha mandato questo post su cui c'era questa fotografia. Non è assolutamente un'opera d'arte, è una volgarità, è un'offesa a un artista libero, in un luogo pubblico, in un contesto che dovrebbe essere musicale e culturale. È doppiamente grave. Aspetto la rimozione di questo schifo perché è indecente, è di una gravità tale e non c'è motivo per tutto questo odio.

Poi l'attacco: "I giornalisti vogliono fare solo la narrazione sbagliata di Morgan, lo vogliono solo come personaggio del disturbo. Una narrazione che dura da vent'anni, come se io fossi un personaggio dei rotocalchi. Io sono un compositore, se non conoscete quello che faccio, questo non vi autorizza a fare una narrazione sbagliata di me". E ancora: "Chiedo le scuse pubbliche degli organizzatori del Festival. Credo che questo signore abbia fatto una cosa grave, al di là del fatto che ci sia io al centro di questa cosa". 

"Difendere la libertà significa anche impedire che venga calpestata"

In un appello pubblicato su MowMag, Morgan chiede un intervento pubblico da parte degli organizzatori dei Mi Amni Festival:

C’è la risata facile di chi, in nome di un presunto spirito libero, si arroga il diritto di trasformare un volto, un nome e un corpo in bersaglio da orinatoio. Siamo nel 2025, ma questo episodio profuma di Medioevo: quello della gogna e del disonore esposto alla folla. È ancora più grave che sia avvenuto in un contesto culturale, quello musicale, che dovrebbe invece farsi spazio di confronto e dignità per tutti. Io non rispondo con odio, ma con consapevolezza. E chiedo pubblicamente: Che gli organizzatori del Mi Ami Festival chiariscano immediatamente chi ha autorizzato o installato questo “manifesto”; che venga rimossa ogni traccia fisica o digitale di questo atto, e venga chiesto scusa; che venga aperto un dibattito pubblico su ciò che oggi viene considerato “arte” e su come viene trattato un artista che ha osato non uniformarsi. Difendere la libertà significa anche impedire che venga calpestata sotto forma di umiliazione pubblica. Io sono Morgan. Ma qui non si tratta solo di me.

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