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Peppe Quintale: “Il lockdown mi ha travolto, è crollato tutto. Ho pensato di lasciarmi andare”

Peppe Quintale è ospite di Ciao Maschio nella puntata di sabato 8 novembre. Il conduttore si racconta senza filtri parlando di un suo periodo particolarmente buio e anche delle difficoltà affrontate quando suo figlio era ancora un bambino.
A cura di Ilaria Costabile
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Ospite della puntata di Ciao Maschio di sabato 8 novembre, alle 17:05 su Rai1, è Peppe Quintale. Un confronto sincero e senza filtri quello tra il conduttore e Nunzia De Girolamo, in cui si affrontano momenti di grande vulnerabilità e si lancia un messaggio quanto mai attuale: la fragilità non è sintomo di debolezza, ma può essere lo slancio per una nuova rinascita.

Il momento buio di Peppe Quintale

A veicolare questo importante messaggio è un uomo che ha dovuto superare diversi ostacoli nella vita, ma che risponde alle domande rivoltegli da Nunzia De Girolamo con grande schiettezza e non poca sofferenza, anche se spesso nascosta. Peppe Quintale si apre, senza riserve, e racconta: "il lockdown mi ha travolto. Avevo appena fatto l’investimento più grande della mia vita, poi tutto è crollato". Il conduttore continua il suo racconto:

Ci sono stati momenti in cui ho pensato davvero di non farcela. Una sera, durante il Covid, ho guardato il buio davanti a me e ho pensato: quasi quasi me ne vado. Una sera ero su un pizzo di collina, a 800 metri. Ho pensato: mi metto da una parte e mi addormento. È stato brutto. Bruttissimo.

Alla domanda, netta, ma delicata sull'aver pensato al suicidio in quel momento così difficile, Quintale risponde con franchezza ma con voce tremante: "Sì. Ho pensato di lasciarmi andare. Ma poi ho pensato a mio figlio. Se continuo a parlarne, piango".

La malattia rara diagnosticata a suo figlio

Suo figlio, sin da bambino, ha dovuto affrontare momenti non facili: "Quando aveva 5 anni gli fu diagnosticato un retinoblastoma, un tumore all'occhio", l'attore racconta di aver vissuto mesi terribili, prima di scoprire che non si trattava di un tumore, ma di una malattia rara: "Mio figlio ha fatto 55 narcosi… e ogni volta che andavo ad accompagnarlo, vedevo bambini che non c'erano più. Capisci che la vita è un miracolo". E a questo proposito ricorda un episodio che l'ha particolarmente colpito e custodisce gelosamente: "Una mamma mi abbracciò dopo che avevo parlato in tv del retinoblastoma. Piangeva e mi disse: è grazie a lei se mio figlio è vivo".

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