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Nadia Rinaldi: “Venivo bullizzata dalle colleghe, scartata dai film perché la mia taglia non c’era”

Nadia Rinaldi ricorda i lunghi anni di feroci critiche subite a causa del peso, pregiudizio che sostiene la accompagni ancora oggi: “Nell’immaginario collettivo sono rimasta la cicciottona moglie di De Sica”.
A cura di Stefania Rocco
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Dopo avere perso 80 chili attraverso un lungo percorso verso il benessere, Nadia Rinaldi ricorda gli anni più dolorosi legati alla sua vecchia condizione fisica che l’hanno resa vittima di bullsimo. Ospite de I Lunatici, in onda su Rai Radio2, l’attrice ricorda le difficoltà sperimentate anche in ambito professionale: “Negli anni ho subito una grande trasformazione fisica, sono tornata con il peso nella norma e questo crea difficoltà nell'assegnarmi dei ruoli”.

Nadia Rinaldi: “Criticata anche dalle colleghe”

Rinaldi è convinta di essere vittima di pregiudizio ancora oggi che il suo peso è nella norma: “Nell'immaginario collettivo sono rimasta la cicciottona moglie di De Sica. Sono vittima del pregiudizio di ciò che sono stata in passato. Sono stata bullizzata, quando ero cicciottona, anche da colleghe. Mi dicevano che non potevo fare questo o quel film. Certi film non potevo farli perché la costumista aveva certi sponsor e non era prevista la mia taglia. E quindi venivo fatta fuori. Però sono cresciuta in quartiere popolare e quindi so difendermi. Il rispetto si porta quando ti viene portato. La mia carriera? Ho lavorato con Proietti, Sordi. Ho ricordi bellissimi”.

Nadia Rinaldi: “Molestie sul lavoro? Mai stata vittima”

Non ne sono mai stata vittima. Il lumacone lo puoi trovare sul set come da ogni altra parte”, risponde l’attrice quando le chiedono se abbia mai subito molestie sul lavoro. Infine, spazio al cosiddetto “politicamente corretto” che secondo Rinaldi influenzerebbe in negativo la produzione cinematografica: “Il cinema parla con i linguaggi della gente, non ci dovrebbe essere questa nuova regola. Oggi il neorealismo cinematograficamente parlando non sarebbe esistito con il politicamente corretto. L'arte con il politicamente corretto non deve essere presa in considerazione. Il cinema è vero quando il pubblico seduto in sala si rivede in quello che viene trasmesso”.

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