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Mika è come la Tennent’s Super, piace solo agli italiani

Mika come la Tennent’s: fenomeno di successo in Italia, meno dominante nella sua Gran Bretagna. Non richiede grande impegno intellettuale per essere apprezzato. Ti arriva subito, come uno zuccherino, e ti lascia la sensazione di aver consumato qualcosa di internazionale.
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Due premesse sono d'obbligo. La prima: questa è un'opinione personale e per tale va presa. La seconda: a me la Tennent's Super piace tantissimo, ma una decina d'anni fa lessi un fantastico reportage su Vice UK che raccontava dell'inspiegabile successo della birra scozzese nel nostro Paese. Inspiegabile, perché per gli scozzesi e i britannici in genere è ritenuta quasi una sottomarca. È una birra che bevono i più disperati per dimenticare la vita, e da noi invece fa così esotico. Proprio come Mika. 

Come la Tennent's, anche Mika ha trovato in noi il suo mercato d'elezione. Non pervenuto all'estero, almeno non con il tipo di forza e presenza, di status che ha da noi. In Italia è quasi un semidio: superospite a Sanremo, giudice a X-Factor, programmi in prima serata (non esaltanti dal punto di vista dell'Auditel), concerti sold-out. Non è una questione di talento, attenzione. Mika ne ha, ovviamente. Il parallelo con la Tennent's è dato dalla sproporzione tra il suo successo in Italia e quello nel resto del mondo. Questo mi fa riflettere sulla nostra capacità di adottare fenomeni stranieri trasformandoli in idoli nazionali. Un po' come gli Skunk Anansie, che da noi riempiono gli stadi e all'estero al massimo qualche club.

Il punto è: perché proprio lui? Cosa abbiamo visto in questo ragazzone dai colori pastello che canta in falsetto? Soltanto io riconosco l'assurdità di questa venerazione? Mika è proprio come la Tennent's, ecco perché: dolce, accessibile ma anche forte, se necessario. Non richiede grande impegno intellettuale per essere apprezzato. Ti arriva subito, come uno zuccherino, e ti lascia la sensazione di aver consumato qualcosa di internazionale, di esotico, ma senza spingerti troppo fuori dalla tua comfort zone.

In Italia abbiamo questo potere incredibile di trasformare qualsiasi cosa in eccellenza. Non è un attacco a Mika-persona. È un invito a riflettere su quanto siamo facili nell'adottare idoli stranieri. Siamo stati il Paese che ha esportato Raffaella Carrà, Eros, Bocelli e Paolo Conte, ma che si esalta per Mika, che – per chiudere – alla sua ultima impresa, la conduzione dei David di Donatello, non mi ha convinto per niente. Meglio la Tennent's.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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