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La rivincita di Marco Liorni: dall’etichetta di “bravo ragazzo” a campione del sabato sera

La lunga strada per il successo di Marco Liorni: dalla “frenesia alle gambe” che lo svegliava di notte al quasi incidente che gli ha cambiato la vita. L’uomo dietro il “bravo ragazzo” della TV.
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C'è una cosa che Marco Liorni ha nascosto per anni dietro il sorriso da "bravo ragazzo" della televisione italiana: le notti passate a lottare con una "frenesia alle gambe" che lo svegliava nel cuore della notte. Un disturbo che ha dovuto affrontare con quella che lui stesso chiama "terapia dei geni", una confessione che squarcia l'immagine perfetta dell'uomo che sembra non avere mai un capello fuori posto.

È paradossale come il volto più rassicurante della Rai, quello che da anni accompagna le famiglie italiane dal pomeriggio alla sera con i suoi game show, abbia vissuto momenti di inquietudine fisica che lo tormentavano nel silenzio della notte. Mentre milioni di spettatori lo vedevano padrone di sé stesso al timone de L'Eredità o di Reazione a Catena, Liorni combatteva una battaglia privata contro un corpo che non gli dava tregua. Raccontò a Leggo:

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, ndr) è una tecnica terapeutica veloce. Certe cose che sentivo derivavano da alcuni traumi di mio padre, da situazioni che aveva vissuto da piccolo, essendo un orfano di guerra. Ho superato tutto con la consapevolezza: risalivo al pensiero principale che poteva crearmi ansia o stress e imparavo a capirlo e a conviverci.

Il peso dell'etichetta: quando essere "bravo" diventa una prigione

"L'etichetta di ‘bravo ragazzo' è un complimento o una condanna? Ci sono stati dei momenti in cui mi ha dato fastidio", confessa Marco con una sincerità che sorprende. Dietro quella che molti considerano una benedizione mediatica – essere percepito come una persona perbene in un mondo spesso cinico – si nasconde il fardello di chi sente di dover sempre essere all'altezza di un'immagine cristallizzata.

È il paradosso degli uomini pubblici "troppo" perfetti: la perfezione diventa una gabbia dorata. Marco ammette di volere che emerga il suo lato "più ironico, capace di divertirsi e sporcarsi le mani", come se dopo anni di conduzione impeccabile sentisse il bisogno di mostrare anche le sue imperfezioni, i suoi momenti di leggerezza autentica.

Il paragone con Fabrizio Frizzi, che molti gli hanno affibbiato, è allo stesso tempo un onore e un peso: "Mi ha fatto venire i brividi ma anche molto piacere. Per come vivo il mio lavoro, fa crescere ancora di più il senso di responsabilità". Essere considerati l'erede di un gigante della televisione significa portare sulle spalle non solo le aspettative del pubblico, ma anche quelle di se stessi.

Marco Liorni e Giovanna Astolfi
Marco Liorni e Giovanna Astolfi

L'incidente che ha cambiato tutto: quando l'amore arriva per caso

La storia d'amore con Giovanna Astolfi inizia con quello che poteva essere un dramma e si trasforma nella svolta più importante della sua vita. "Mentre passavo sotto gli uffici della radio, giuro che era un caso, è mancato poco che non la investissi con l'auto. Ho dovuto inchiodare", racconta Marco con quella che sembra quasi incredulità per come il destino si diverta a giocare con le vite umane.

Quel freno tirato all'ultimo secondo non ha salvato solo una vita, ma ha creato una famiglia. "Sono sceso, abbiamo cominciato a parlare. Mi ha colpito prima di tutto il fatto che mi guardasse dritto negli occhi, e poi ho scoperto il suo carattere, che è sempre positivo". In un mondo dove spesso gli incontri sono mediati da social network e app, la loro storia conserva qualcosa di cinematografico, di autentico.

Ma anche questo amore apparentemente perfetto ha dovuto attraversare le sue tempeste. Marco confessa che durante la pandemia "il nostro rapporto era stato messo a dura prova", ma che proprio quel periodo di clausura forzata ha permesso alla famiglia di ritrovarsi: "In quarantena ci siamo trovati, abbiamo ritrovato il senso della famiglia".

Il terrore di un padre: quando la vita di una figlia è appesa a un filo

C'è un episodio nella vita di Marco Liorni che rivela il lato più umano e vulnerabile dell'uomo dietro al conduttore: quando la figlia Viola "rischiò di morire e fu salvata dalla sua maestra". Un pezzo di pizza che poteva trasformarsi in tragedia, salvato solo dalla preparazione di un'insegnante che aveva appena fatto il corso di disostruzione pediatrica. Da quel momento, Marco ha sviluppato una vera ossessione per la sicurezza dei bambini, tanto da dichiarare che "vorrei chiedere a tutti i genitori e agli insegnanti di fare un corso per imparare la disostruzione pediatrica". È il lato paterno di un uomo che, dietro la professionalità televisiva, vive con l'apprensione normale di ogni genitore amplificata dall'esperienza di aver sfiorato il peggio.

La sua filosofia genitoriale è fatta di presenza discreta: "La cosa più importante è ascoltare ed esserci per i figli quando te lo chiedono perché, a volte, come genitori tendiamo un pochino a strabordare". Un approccio che riflette la sua personalità anche televisiva: essere presenti senza invadere, guidare senza sopraffare.

La scelta coraggiosa: lasciare il successo per cercare se stessi

Marco Liorni ai tempi del Grande Fratello
Marco Liorni ai tempi del Grande Fratello

Il momento di svolta professionale di Marco Liorni arriva con una decisione che in pochi avrebbero preso: lasciare il Grande Fratello dopo sette anni perché "volevo fare qualcosa di diverso". Era diventato "quello del GF", un'etichetta che, per quanto redditizia, lo stava ingabbiando in un ruolo troppo stretto.

Quella scelta rivela un aspetto del carattere di Liorni che va oltre l'immagine del "bravo ragazzo": la capacità di rinunciare alla zona di comfort quando sente che non rappresenta più chi vuole essere. Non è da tutti mollare un successo consolidato per inseguire una crescita professionale incerta.

La sua carriera è una lezione di resilienza silenziosa: dalla radio locale alla televisione nazionale, passando per Mediaset e approdando in Rai, Marco ha sempre saputo reinventarsi senza perdere la sua identità. Oggi, con Chi può batterci?, si mette di nuovo in gioco in un ruolo inedito, quello di conduttore-giocatore, dimostrando che a 59 anni ha ancora voglia di sorprendere e sorprendersi.

L'uomo che c'è dietro il presentatore perfetto

Marco Liorni vive nel quartiere Appio Latino di Roma, in una casa "circondata da alberi, piccoli giardini e scorci che permettono, anche solo affacciandosi alla finestra, di sentire Roma in modo diverso". Non la Roma frenetica del centro, ma quella "più intima, quasi sospesa nel tempo". Una scelta abitativa che riflette il suo carattere: lontano dal caos, ma vicino al cuore pulsante della città.

Si descrive come "un monogamo convinto" che ha avuto "solo due donne nella mia vita", una semplicità sentimentale che stride con la complessità del mondo dello spettacolo. In un ambiente dove i cambi di partner sono frequenti quanto i cambi di stagione, Marco ha scelto la stabilità, la profondità, la costruzione paziente di legami autentici.

La sua confessione più toccante riguarda il rapporto con se stesso: "Con Giovanna abbiamo crisi continue, in continuazione, ma se non ci sono non ci si evolve", aveva dichiarato al settimanale Oggi. È l'ammissione di un uomo maturo che ha capito che l'amore non è l'assenza di conflitti, ma la capacità di attraversarli insieme, crescendo ad ogni piccola tempesta superata.

Il nuovo Marco: tra tradizione e innovazione

Stasera, con il debutto di Chi può batterci?, Marco Liorni si presenta al pubblico in una veste inedita: non solo conduttore, ma anche giocatore. È la sfida di "destreggiarsi tra i compiti del conduttore e quelli del giocatore", un esperimento che mette in luce la sua voglia di mettersi ancora in discussione.

Questa nuova avventura televisiva è la metafora perfetta della sua evoluzione personale: l'uomo che sembrava aver già trovato la sua dimensione ideale sceglie di rischiare, di uscire dalla zona di comfort, di mostrare anche le sue fragilità in diretta televisiva. Perché, alla fine, il vero coraggio non è essere perfetti: è mostrare anche quando non lo si è.

Marco Liorni, il "bravo ragazzo" della televisione italiana, ha imparato che essere umani è molto più interessante che essere impeccabili. E forse, proprio in questa imperfezione ritrovata, si nasconde il segreto del suo successo duraturo: la capacità di rimanere autentico in un mondo che spesso premia solo le maschere.

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