Il figlio di Lando Buzzanca e l’educazione “siciliana”: “Se meritavi uno schiaffo, te ne dava tre”

La pagella buttata nella minestra, i ceffoni volanti in casa, l'amore tormentato per la moglie e quella volta che portò Gianni Morandi in camera da letto. Massimiliano Buzzanca, 62 anni, attore come il padre, ha deciso di raccontare tutto nel libro "Ma che sei il figlio di Lando?" in uscita il 13 giugno per Baldini+Castoldi. In un'intervista al Corriere della Sera spiega chi fosse Lando Buzzanca: "Era un uomo infedele, ma amò solo mamma".
L'educazione "siciliana" di Lando Buzzanca
Parafrasando dal romanzo di Nicolai Lilin, si potrebbe parlare di "educazione siciliana" in casa Buzzanca: "Mio fratello Mario gli consegnò la pagella tutto tremante, era piena di brutti voti. Papà lo guardò con due occhiacci così, la strappò in tanti pezzettini e gliela buttò nella minestra", ricorda Massimiliano. Un episodio che fotografa perfettamente l'educazione di stampo siciliano impartita da Lando Buzzanca, cresciuto con metodi che oggi farebbero inorridire. "A casa volavano ceffoni. Papà era duro, specie con Mario. Se meritava uno schiaffo gliene dava tre", racconta il figlio, "Io mi salvavo perché ero esile, appena mi sfiorava mi usciva il sangue dal naso."
Le donne e i tradimenti: "Ha fatto l'amore solo con mamma"
Uno dei capitoli più delicati riguarda i tradimenti di Lando. "Non era mai lui a cercare l'avventura, erano le donne che gli rompevano le scatole", spiega il figlio. "Un'attrice bellissima gli bussò alla porta dell'hotel in accappatoio. Un'altra scavalcò il balcone per entrare nella sua stanza." Ma l'attore aveva la sua filosofia:
Mi ha sempre detto: ‘Ho fatto l'amore soltanto con mamma, il resto era un fatto fisico, senza sentimenti'." E nonostante tutto, "la sera è sempre tornato a casa. Mamma lo aspettava sveglia, gli toglieva i vestiti per sentire se addosso aveva un profumo diverso.
Nel 2013 tentò il suicidio proprio perché soffriva la mancanza di sua moglie: "Lo trovò la governante nella vasca da bagno, si era tagliato le vene. Dopo la morte di mamma si sentiva solo".
Il rapporto difficile con la politica
"Un certo tipo di sinistra è stata classista con lui, lo tagliava fuori", racconta Massimiliano. "Mi raccontò: ‘Ho salutato Scola, ha finto di non vedermi'. Ci ha sofferto, anche se fascista non è stato mai, ma socialista-cristiano."