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Diego Abatantuono compie 70 anni: “Invecchiare è uno schifo, altro che lieta ricorrenza”

“Invecchiare è uno schifo, mica lo sapevo che si diventa vecchi”, a dichiararlo è Diego Abatantuono che compie 70 anni. Cifra tonda per l’attore che, tuttavia, accoglie il nuovo traguardo con un certo distacco.
A cura di Stefania Rocco
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Compie 70 anni Diego Abatantuono, che accoglie il nuovo traguardo con un certo distacco e una buona dose di fastidio. “Io mica lo sapevo che si diventa vecchi”, ha confidato l’attore in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi proprio in occasione del compleanno, “Sì, d’accordo, a 60 anni cominci ad accorgerti di qualcosa. Però non metti a fuoco. Forse non vuoi mettere a fuoco. Ti volti dall’altra parte, come uno struzzo qualsiasi. Finché un giorno ti svegli, apri gli occhi e capisci. Ma allora è troppo tardi, non puoi farci più niente”.

Diego Abatantuono: “Il mio 70esimo compleanno con gli amici sopravvissuti”

Una ricorrenza, quella dei 70 anni, che Abatantuono trascorrerà insieme alle persone a lui più care. Quelle sopravvissute: “70 anni lieta ricorrenza? Un piffero. Non è che un compleanno diventi bello e magico, perché c’è di mezzo una cifra tonda. E quanto agli amici, ci saranno quelli sopravvissuti. Invecchiare è uno schifo. E uno degli svantaggi è veder morire tante persone care. Parlandone da vivi, bisognerà poi vedere se riusciamo a incastrare gli impegni di tutti. Comunque, alla fine, a tavola, non dovrebbe mancare nessuno, dal momento che le celebrazioni dureranno almeno due giorni”. Esiste, però, un aspetto dei 70 anni al quale l’attore non rinuncerebbe: “Una cosa bellissima esiste, perbacco: la nonnitudine. Ho tre nipoti fantastici”.

Il progetto mai terminato con Massimo Troisi

Uno solo è il rimpianto che Abatantuono confessa: il progetto di fare un film insieme a Massimo Troisi mai andato in porto. “Avevo un progetto con Troisi”, ha raccontato infatti l’attore ricordando il collega scomparso nel 1994, “Dovevamo girare un lungometraggio insieme. Su due camerieri che prestano servizio a New York, in un locale, nel quale avviene un’irruzione di rapinatori. Che prendono in ostaggio i clienti e loro medesimi. Adoravo Massimo. C’eravamo conosciuti quando vinsi l’Oscar con Mediterraneo. Venne a trovarci a Los Angeles. Mi dispiace molto che non siamo riusciti a realizzare il film…”.

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