Barbara Floridia tuona contro Bruno Vespa: “Sulla Flotilla usa gli stessi argomenti di Meloni”

Le parole durissime di Bruno Vespa contro l'azione della Global Sumud Flotilla continuano a risuonare a diverse ore di distanza. L'attacco del conduttore alla spedizione – "non ve ne fotte niente dei poveracci di Gaza", ha detto Vespa durante la puntata di Porta a Porta andata in onda il 30 settembre – ha suscitato enormi polemiche e nelle ultime ore sono arrivate anche quelle della presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, che ha chiesto una presa di posizione ferma ai vertici dell'azienda.
Le parole di Floridia contro Vespa
Attraverso una nota, molto esplicita, Floridia si dice "allibita davanti alle parole espresse ieri sera da Bruno Vespa nei confronti del portavoce della Global Solidarity Flotilla. Vespa ha usato le stesse argomentazioni usate oggi da Giorgia Meloni, ma è inaccettabile che un conduttore del servizio pubblico si rivolga con termini volgari e offensivi a chi rischia la propria vita per denunciare gravi violazioni dei diritti umani". Quindi Floridia, parlando all'Ansa, ha sottolineato: "Ritengo che un tale atteggiamento sia incompatibile con la responsabilità e la funzione del servizio pubblico, che deve informare con equilibrio, correttezza e rispetto per le persone".
Cosa ha detto Vespa sulla Flotilla a Porta a Porta
Floridia, che da un anno si trova alla guida di una commissione di vigilanza immobilizzata dalla maggioranza, come aveva raccontato giorni fa in un'intervista a Fanpage, ha chiuso chiedendo ai vertici dell'azienda "di prendere posizione immediatamente". Ed ha aggiunto: "Non è tollerabile che un conduttore si comporti in questo modo e comprometta la credibilità dell'istituzione. La Rai deve garantire informazione seria e responsabilità professionale, e chi ne è parte deve esserne pienamente consapevole". Floridia non è stata la prima a protestare contro l'uscita di Vespa. In mattinata erano già arrivate le parole di condanna di Dario Carotenuto della vigilanza Rai, che aveva ritenuto le parole di Vespa una "vergogna per il servizio pubblico".