Anna Foglietta e Laika fermate dai carabinieri Venezia: sequestrata la bandiera della Palestina a bordo

Anna Foglietta e Laika sono state fermate dai carabinieri al Lido di Venezia. Erano a bordo di una barca e stavano presentando l’ultima opera dell’artista (We are coming) a sostegno della Global Sumud Flotilla. Sequestrata la bandiera della Palestina che stavano sventolando.
A cura di Elisabetta Murina
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Anna Foglietta e Laika sono state fermate dai carabinieri a Venezia. Poco prima dell'approdo al Lido, le forze dell'ordine hanno fatto scendere l'attrice e l'artista dalla barca sulla quale si trovavano per presentare l'opera We are coming, a sostegno della Global Sumud Flotilla. Sequestrata la bandiera palestinese che tenevano tra le mani, oltre che l'opera stessa.

Carabinieri fermano la barca con Anna Foglietta e Laika: il video

A raccontare l'accaduto è stata l'artista Laika, che sui social ha condiviso il video del momento. "La polizia ha fermato al Lido la lancia con “me” e Anna Foglietta a bordo, durante un blitz contro il genocidio, a sostegno della Global Sumud Flotilla", ha scritto. Come si vede nelle immagini, i carabinieri si sono avvicinati all'imbarcazione e hanno sequestrato l'opera d'arte e anche la bandiera palestinese, che sventolava alle loro spalle. "O si sta dalla parte degli oppressi, o si è complici. Anche il silenzio è complicità", ha scritto Laika. E anche Anna Foglietta è intervenuta: "L’arte oggi è un’azione pacifica e non violenta di sostegno alla Flotilla". 

Il discorso di Anna Foglietta contro il genocidio a Gaza

Anna Foglietta è stata premiata con il Women Cinema Award al Festival del Cinema di Venezia. Ritirando il premio, sul palco, ha voluto esprimere il suo sostengo a favore del popolo palestinese: "Credo che un palco come quello di Venezia sia fondamentale per esprimere il proprio dissenso per quello che sta succedendo a Gaza, contro il genocidio. Il mio unico pensiero va al popolo palestinese". L'attrice ha anche espresso la sua vicinanza a tutte le donne che sono o sono state in passato vittime di violenza, tra cui quelle le cui foto sono state diffuse senza consenso su gruppi come Mia Moglie.

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