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Al Bano: “Mio padre non mi ha mai fatto carezze, ho fatto la stessa cosa con i miei figli”

Alla soglia degli 80 anni, Al Bano Carrisi racconta quanto la figura del padre abbia condizionato scelte atteggiamenti durante la sua vita: “Era un patriarca. Lo vidi piangere una sola volta, quando perse la vista”.
A cura di Stefania Rocco
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Al Bano Carrisi sta per compiere 80 anni, un traguardo che l’artista osserva sereno, come sempre senza alcuna paura. Il cantante, per l’occasione si è raccontato in una lunga intervista al settimanale Chi, realizzata nelle campagne della sua Cellino San Marco, il paese dove ha eretto la sua tenuta. E che continua a ricordargli suo padre, l’uomo la cui personalità ha maggiormente influenzato le sue scelte di vita.

Al Bano: “I miei figli lamentavano la mancanza di carezze”

Nella casa dove sono nato, mio padre aveva appeso una scritta. Diceva: ‘La vita è una dura lotta’. Ogni giorno quando mi svegliavo era la prima cosa che vedevo. Ma non era un messaggio negativo, anzi! Conteneva la realtà e l’orgoglio di sapersi lottatore, di non cedere”, ricorda Al Bano che, sul rapporto avuto col padre, ha regolato quello con i suoi figli:

Mio padre non mi ha mai dato carezze. Fedele alla scritta che aveva appeso, voleva c he mi temprassi. E devo dire che, in seguito, io ho fatto lo stesso con i miei figli. A volte si sono lamentati per questa mia mancanza ma la mia scuola è stata così e non posso farci niente. Perché arriva un momento in cui devi essere pronto e, se ti sei allenato, se ti sei indurito abbastanza, puoi reagire, altrimenti è finita. Per me è stato cos’. Non mi sono mai arreso di fronte a nulla. Mai! Affrontando anche ostacoli da far piegare le gambe. La fine di un matrimonio, la perdita di una figlia, l’infarto, il cancro, l’ischemia, i problemi alle corde vocali.

Il padre di Al Bano: “Perse la vista e devenne un altro uomo”

Al Bano, alla soglia degli 80 anni, torna spesso con la mentre alla figura del padre, l’uomo che maggiormente ha segnato la sua vita. “L’ho visto piangere una sola volta. Era il 1989”, ricorda il cantante, “A causa di un’operazione sbagliata gli hanno tolto la vita. Don Carmelo si sbriciolò. Si sentiva un uomo inutile. Non poteva veder ei suoi nipoti credere, non poteva vedere l’uva maturare sui tralci. Non sopportava di dipendere dagli altri”. Fu il figlio a salvarlo, raccontandogli le storie di Stevie Wonder, Ray Charter, Josè Feliciano e di altri uomini che, come lui, avevano perso la vista ma avevano saputo continuare a vivere:

Lui capì. Da quel momento prese l’abitudine di sintonizzarsi tutti i giorni sui Radio Maria e da quel momento nacque un nuovo don Carmelo. Mi disse che ascoltando Radio Maria stava vedendo un altro tipo di mondo, a occhi chiusi. Per me fu un miracolo. Quando mio padre divenne cieco però intuii che qualcosa stava cambiando, mi parve un messaggio. Se il grande patriarca sta perdendo la vista, pensai, sta per succedere qualcosa di grave e lui non deve vederlo. Poi ci fu la fine del matrimonio con Ramona e la scomparsa di Ylenia.

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