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Zena Vanacore e la LIS a Sanremo: “Ho vissuto con i nonni sordi, per me i segni sono la normalità”

A Fanpage.it, il performer LIS racconta come ha imparato la lingua dei segni, cosa significa rendere accessibile a tutti un testo: “Ho imparato per esposizione diretta. I miei nonni erano sordi”.
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Anche quest'anno il Festival di Sanremo è stato reso interamente accessibile alle persone con disabilità sensoriali, grazie all'impegno costante di Rai Pubblica Utilità. Tra i grandi protagonisti delle canzoni tradotte in LIS, c'è certamente Zena Vanacore. È stato proprio lui a salire agli onori della cronaca grazie alle sue performance durante la kermesse. A Fanpage.it, il performer LIS racconta come ha imparato la lingua dei segni, cosa significa rendere accessibile a tutti un testo e lo ha fatto anche grazie a degli ospiti d'eccezione, passati per il corner interviste di Fanpage.it, i Colla Zio.

Le parole di Zena Vanacore

Nell'intervista, firmata da Gaia Martignetti e Francesco Galgano per Fanpage.it, Zena Vanacore ha raccontato di aver imparato la lingua dei segni per esposizione diretta, avendo i nonni sordi mentre la madre era udente. Ci ha detto anche un'altra cosa: c'è un acronimo per i figli di genitori sordi, ovvero CODA: child of deaf adults. 

Ho imparato per esposizione diretta. I miei nonni erano sordi, mia madre udente, figlia di genitori sordi e infatti viene utilizzato un acronimo, che è CODA, ovvero child of deaf adults. Con i miei nonni parlavo nella lingua dei segni che per me era la lingua principale. Per me era tutto normale fin quando mia mamma non mi ha spiegato che con gli udenti potevo parlare normalmente, fin quando io non ho cominciato a dire a tutti: perché non comunichi anche tu con la lingua dei segni? Perché non la impari? Quindi, alla fine, per me era del tutto normale.

Il quarto Sanremo in LIS

Zena Vanacore racconta che questo è il quarto Sanremo che viene fatto con la lingua dei segni e da quest'anno, l'approccio è cambiato anche grazie a un consulente sordo. Per la prima volta, infatti, hanno dato un segno nome anche agli artisti:

Questo è il quarto Sanremo che facciamo con la lingua dei segni ed è cambiato molto il concetto di approccio alla musica. Inizialmente, è stata una rivoluzione e in tanti non credevano in questo progetto. Piano piano siamo arrivati addirittura, con un consulente sordo, siamo arrivati a dare un segno nome anche agli artisti. Quindi adesso la maggior parte delle persone sorde sapeva qual era il segno nome di Marco Mengoni, di Rosa Chemical, di Tananai.

"Le esibizioni sono diventate virali", spiega ancora Zena Vanacore, "perché la lingua dei segni è attraente. Abbiamo visto come, riprodotta in tre dimensioni, non solo il ritmo ma anche attraverso il corpo di Rosa Chemical, il segnato che viene fuori è abbastanza diretto, quindi la LIS è molto diretta, per questo ha colpito tanto". 

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