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Vincenzo Mollica: “Da un po’ mi accompagnano tre delinquenti, la cecità, il diabete e il Parkinson”

Vincenzo Mollica, nello spettacolo L’arte di non vedere, racconta a teatro gli aneddoti più significativi della sua vita.
A cura di Daniela Seclì
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Vincenzo Mollica si è raccontato in un'intervista rilasciata a Silvia Fumarola per la Repubblica. Il giornalista porterà a teatro i suoi ricordi nello spettacolo L'arte di non vedere. Ha spiegato perché ha scelto questo titolo: "Perché da un po’ mi accompagnano tre delinquenti: la cecità, il diabete e il Parkinson. “Omerico non lo sarò mai per le poesie ma per mancanza di diottrie”, “mi fido ciecamente” ormai lo posso dire finalmente".

Vincenzo Mollica e il consiglio sulla cecità che gli diede Andrea Camilleri

Vincenzo Mollica è tornato a parlare di come Andrea Camilleri si preoccupò di dargli preziosi consigli su come affrontare la cecità che lo attendeva: "Quando ho perso la vista, Andrea Camilleri, che ha avuto lo stesso guaio, mi incoraggiava: “Vincenzino, non perdere la memoria dei colori, ricordati il rosso, il bianco, il giallo. Sognali. Tutto sarà più a fuoco”. Ricordo l’ultimo incontro a casa sua: “Ti voglio abbracciare”. Non vedevo io e non vedeva lui. La sua assistente, ci fece toccare con le mani. Me lo porto sempre in tasca quell’abbraccio, quando le giornate si fanno più scure. Ma ignoro cosa sia la depressione". Vincenzo Mollica oggi ha 70 anni e tantissimi aneddoti da raccontare e nel cui ricordo rifugiarsi nei giorni più difficili.

Vincenzo Mollica e lo spettacolo L'arte di non vedere

Vincenzo Mollica ha spiegato che un editore gli ha proposto di scrivere la sua biografia, ma ha preferito raccontarsi in uno spettacolo: "Racconterò un po’ di cose, vado in scena prima che mi dimentichi tutto. Ci sono io, una sorpresa, ospiti, i filmati che hanno accompagnato la mia vita e quello che mi manderà nella testa il Padreterno. Da quando la vista mi ha salutato, ho capito quanto contano la memoria e gli altri sensi. Aiutano a vedere, perché quello che non vedi, lo immagini. Fellini diceva: “Nulla si sa, tutto si immagina”, entri in un’altra dimensione".

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