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Reality Squid Game, Lorenzo Nobilio: “Gli italiani mi davano del fro*io con le foto di Mussolini”

Lorenzo Nobilio, 27 anni, ex asset manager, è l’unico italiano ad aver partecipato al reality Squid Game: La Sfida. A Fanpage.it, il giocatore 161 ha raccontato la sua esperienza: “Sul set c’erano meno due gradi, sembrava davvero di morire. Dagli italiani le critiche peggiori, mi davano del fro*io con le foto di Mussolini sotto i post”.
A cura di Elisabetta Murina
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Squid Game diventa reale. Su Netflix è arrivato il reality ispirato all'omonima serie coreana di successo, che nel 2021 ha battuto ogni record sulla piattaforma. L'episodio finale è disponibile da oggi, 7 dicembre. 456 giocatori, persone in carne e ossa, si sfidano. Uno solo vince il montepremi: 4,56 milioni di dollari. I giochi, fatta eccezione per qualche piccola variante, sono gli stessi, dalla bambola di "luce rossa, luce verde" al temuto ponte di vetro. Naturalmente, nessuno muore davvero.

Anche se, Lorenzo Nobilio non è del tutto d'accordo: "Era tutto così reale, pensi di essere veramente in un gioco in cui rischi di morire". Sulla maglia ha il numero 161, è l'unico giocatore italiano del reality full-immersion, ha 27 anni, vive a Londra e fino all'anno scorso lavorava come asset manager. A Fanpage.it ha raccontato la sua esperienza: dalle sfide alle strategie, fino alle mele che gli sono costate l'eliminazione. "Come Adamo ed Eva e Biancaneve, con le mele non finisce mai bene", scherza.

Perché hai deciso di partecipare a Squid Game: La Sfida?

Ho deciso di partecipare al reality perché ero stanco della vita monotona d'ufficio. Volevo vincere quei soldi, dedicarmi a qualcosa di più creativo e quella cifra mi avrebbe aiutato (ride, ndr).

In cosa consisteva la selezione?

Ho fatto richiesta mandando un modulo con una serie di domande, come "chi sei, cosa fai nella vita e perché vuoi partecipare" e poi un video di un minuto. Dopo ho fatto diverse interviste in cui mi chiedevano, ad esempio, che tipo di persona fossi, che strategia avessi, ma anche il mio colore preferito. Forse era un modo per testare la mia personalità.

Quando hai saputo di essere stato preso?

Mi sono rifiutato di fare l'ultima intervista, così al telefono ho detto ai selezionatori "so che mi volete, io questa intervista non la faccio. O mi chiamate dicendomi che sono stato scelto oppure non richiamatemi più". Finita la telefonata, ho pensato di essermi giocato male la mia opportunità, la settimana dopo invece mi hanno detto che ero stato preso.

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Sei un fan della serie originale?

Sì, sicuramente.

L’impressione è che sia tutto estremamente reale, come se le persone rischiassero davvero la vita. Tu come ti sei sentito sul set?  

Quello che si vede da casa è quello che è accaduto sul set. Non c'erano indicazioni dalla regia né attori, eravamo tutti lì a fare noi stessi. C'era un clima d'ansia pazzesco.

Cosa ti faceva più paura?

Stare in quella stanza con le guardie, senza orologi e percezione del tempo. È un reality full immersion come dicono, pensi veramente di essere in un gioco in cui rischi di morire. Le riprese sono durate due settimane in totale, per me otto giorni.

A proposito delle riprese, alcuni concorrenti minacciano di fare causa a Netflix per infortuni, in particolare casi di ipotermia e mancate sicurezza. Le condizioni erano davvero così estreme? 

Non direi estreme, ma erano condizioni in cui faceva freddino, c'erano – 2 gradi e io ci ho messo 7 ore a finire il primo gioco. Detto questo, secondo me esagerano, potevi sempre andartene.

Il primo gioco di Squid Game: La Sfida
Il primo gioco di Squid Game: La Sfida

Quindi il primo gioco è stato il più difficile?

Sì, la cosa più difficile che ho fatto in tutta la mia vita. Per tagliare il traguardo ci ho messo 7 ore, a -2 gradi, ogni volta fermo per 40 minuti. E la lunghezza era uguale almeno a tre campi da tennis, anche se da casa non sembra.

Ti sei subito distinto come il giocatore che “rubava” il cibo agli altri concorrenti.

Se posso mangiare di più, perché no? Viviamo in un mondo in cui seguire sempre le regole, alla fine, non è che ti porti da molte parti. Quindi, se nessuno lo fa, lo faccio io. Sono italiano e la cazzimma è anche quella. Era una strategia, do la colpa a loro che non l'hanno fatto.

Il cibo era veramente così terribile come sembrava?

Era davvero terribile e non lo dico solo da italiano, io mangio di tutto. Il pollo bollito, senza sale e senza pepe, faceva quasi schifo, la pasta sembrava un purè. Onestamente, non ho mai mangiato una cosa così terribile.

Avevi una strategia per andare avanti nel gioco?

La mia strategia era non avere una strategia, vedere dove mi portava la corrente.

Poi le mele: non hai accettato quelle tagliate dalla giocatrice 302 e questa decisione ti è costata l’eliminazione. Te ne sei pentito?

Come filosofia di vita, non ho mai pentimenti e guardo al futuro. La giocatrice 302 insieme a un'altra sono arrivate con un cesto di mele, dicendo che ce ne era anche una rossa, che non hanno tagliato e che non si è vista nel montaggio finale. Io avevo paura e, in modo simpatico, ho detto "le mele non le voglio, sono pericolose". Non era un attacco personale verso la signora. Avevano appena fatto un chiamata in cui un giocatore era stato eliminato, io ho pensato con le mele non finisce mai bene, come con Adamo ed Eva e Biancaneve.

Ancora non sappiamo chi ha vinto tra la giocatrice 287, il 451 e il numero 6: senza fare spoiler, chi ha già vinto, e tu lo sai, lo ha meritato sul campo?

Sì, chiunque sarà vuol dire che è stato il migliore, che piaccia o no. Il vincitore se lo merita sempre.

Pensavi saresti stato al suo posto?

Sarei stato sicuramente io, sarei arrivato alla fine di tutte le sfide. Mi hanno molto apprezzato, anche se dagli italiani sto ricevendo le critiche peggiori.

Cioè?

Mi mettono le foto di Mussolini sotti i post, mi scrivono "ric***one", "fro**o di mer*a", "fai schifo". Non prendo le cose a livello personale, però forse dovrebbero ringraziare che c'ero io a rappresentare l'Italia in uno dei reality più grandi della storia.

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