Paola Barale contro Signorini sul caso della sua foto in topless: “La pubblicò per soldi, poi ci lamentiamo dei bulli”

Ospite nel podcast di Giulia Salemi, Paola Barale è tornata a parlare della denuncia che sporse nei confronti di Alfonso Signorini per aver pubblicato sulla copertina di Chi un suo scatto in topless nel 2017. La showgirl perse quella causa, ma continua a ritenere che quella mossa sia stata una violazione della sua privacy: "Ci lamentiamo tanto quando un bullo fa un video e poi lo pubblica sui social, ma se il messaggio è questo, perché dovremmo punire un ragazzino?".
Paola Barale sul caso della sua foto in topless in copertina
A parlare per prima dell'argomento è stata Giulia Salemi, che nel corso dell'intervista nel suo podcast Non lo faccio x moda ha ricordato alla showgirl di quando, sul settimanale Chi, venne pubblicata una sua foto in topless. "Non ti sei sentita violata?", le ha chiesto. "Dovresti chiederlo al tuo amico Alfonso Signorini", ha risposto Barale. Che poi ha aggiunto: "Lui ha fatto il suo mestiere, il problema è la legge che permette di fare questo".
Barale denunciò il direttore del magazine, ma perse quella causa: "Io vivevo a Ibiza in un comprensorio, c'era una circolare in cui si diceva che erano vietati i droni, ma penso che quello scatto sia stato fatto proprio in quel modo", le parole.
Su Signorini: "Lui fa il suo lavoro, ma non corrisponde a ciò che piace a me"
La showgirl ha continuato il suo discorso, sostenendo che in quel caso si sentì molto mancata di rispetto in quanto donna: "Ci lamentiamo tanto di quando un bullo fa i video e poi lo pubblica sui socia, ma se il messaggio è questo, se tu vieni a casa mia e violi la mia privacy e senza permesso mi pubblichi per guadagnarci, allora perché dovremmo punire un ragazzino?". Da quel momento, Barale e Signorini si sono incontrati varie volte:
Lui fa il suo lavoro e lo fa anche molto bene, ma non corrisponde a quello che piace a me. Non mi sarei mai messa sul terrazzino in quel modo, se fossi stata a Milano. Ero a Ibiza e sapevo che quello era un comprensorio privato, in cui non era mai successo niente.