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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

“Non indossa il velo”, premier iraniano Raisi diserta l’intervista con Christiane Amanpour

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi doveva rilasciare un’intervista con la giornalista ma non si è presentato perché la Amanpour “non indossava il velo”.
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Nell'escalation di violenze e proteste in Iran, in seguito all'uccisione di Mahsa Amini, 23 anni, la giornalista della CNN Christian Amanpour aggiunge un altro tassello fondamentale nella narrazione di quello che sta accadendo nel paese medio-orientale. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi doveva rilasciare un'intervista con la giornalista ma non si è presentato perché la Amanpour "non indossava il velo". La giornalista ha twittato la foto con la sedia vuota di Raisi e ha spiegato: "Siamo dovuti andare via. Mentre l'Iran continua la sua protesta, con 31 morti, sarebbe stato importante parlare con il premier". 

Il racconto

"And so we walked away", "E così ce ne siamo andati". C'è delusione e sgomento nelle parole di Christiane Amanpour che si è vista rifiutata l'intervista perché non indossava il velo. L'anchor di origini iraniane, storica inviata di guerra per la CNN, ha spiegato: "Credo che non voglia essere visto con una donna senza velo nel momento in cui nel suo Paese infuriano le proteste". Nel tentativo di controllare le informazioni, le autorità iraniane hanno bloccato parzialmente l'accesso a internet, rallentando le app più popolari come Instagram e Facebook.

Le proteste per la morte di Mahsa Amini

In Iran le proteste sono cominciate dopo l'uccisione di Mahsa Amini, fermata dalla polizia morale martedì 13 settembre e morta venerdì scorso dopo tre giorni di agonia. Un'uccisione brutale che ha innescato la protesta degli iraniani, scesi in piazza in quasi trenta città, dal Kurdistan fino al profondo sud, a Bandar Abbas. Sono 31 le persone morte durante gli scontri. Gli slogan dei manifestanti chiedono libertà e uguaglianza e la liberazione proprio da quelle imposizioni e da quei simboli fondamentali per le autorità: "No al foulard, no al turbante". Il padre di Mahsa, Amjad Amini, in lacrime alla BBC: "Non mi è stato concesso di vedere il cadavere di mia figlia, né leggere l'autopsia. Ho visto il viso e i piedi di sfuggita, al momento della sepoltura. I piedi erano segnati dalle ferite. Testimoni mi hanno detto che Masha è stata picchiata dalla polizia".

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