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Nino Nero di Avanti un altro: “Ero povero, rubavo e mi ammalai perché mangiavo la spazzatura, mi salvò l’adozione”

La storia di Nino Nero di Avanti un altro. Reginaldo Carrino si racconta in un’intervista a Fanpage.it: l’infanzia in Brasile segnata dalla povertà e dalla fame, l’adozione e la nuova vita a Napoli, il razzismo subito, la passione per Nino D’Angelo, il rapporto con Paolo Bonolis e l’amore per la fidanzata Daniela.
A cura di Daniela Seclì
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Nino Nero di Avanti un altro, intervista a Reginaldo Carrino: la sua storia, la carriera e la vita privata
Nino Nero di Avanti un altro, intervista a Reginaldo Carrino: la sua storia, la carriera e la vita privata

Intervista a Nino Nero di Avanti un altro. Nel minimondo del programma condotto da Paolo Bonolis e Luca Laurenti, interpreta il sosia di Nino D'Angelo. Il suo vero nome è Reginaldo Carrino e ha 43 anni, compiuti il 26 ottobre. Su Fanpage.it ha raccontato la sua storia. Alle spalle ha un passato doloroso: "Sono nato in Brasile, in una famiglia molto povera, eravamo sei fratelli costretti a rubare il cibo per sopravvivere". Quando non c'era niente da mangiare, doveva accontentarsi di ciò che trovava nella spazzatura e questo ha influito sulle sue condizioni di salute: "Avevo la parassitosi intestinale, tantissimi vermi nella pancia". Il padre lo ha abbandonato e la madre si è dovuta arrendere all'evidenza di non potersi occupare di lui. Così, in un ultimo gesto d'amore, ha regalato ai suoi figli l'opportunità di una nuova vita. Reginaldo e il fratellino – di due anni più piccolo – sono stati dati in adozione a una famiglia napoletana, che ha fatto sì che ricevessero le cure mediche urgenti di cui avevano bisogno. In Italia non sono mancate le difficoltà: "Ho sentito il peso dei pregiudizi, non volevano giocare con noi perché siamo neri. Quando ho iniziato a lavorare come cameriere ero il più sfruttato e deriso". A dargli conforto, le canzoni di Nino D'Angelo, cantautore per cui Carrino prova enorme ammirazione. E proprio interpretando il noto artista, è riuscito a integrarsi a Napoli: "Gli devo tutto. Le persone adesso mi adorano e a Napoli mi considerano uno di loro". Nino Nero ha anche espresso la sua stima per Paolo Bonolis: "Un uomo di cuore e un grande professionista". E ha parlato dell'amore per la fidanzata Daniela.

La storia di Reginaldo Carrino, Nino Nero di Avanti un altro

Nino Nero di Avanti un altro
Nino Nero di Avanti un altro

La tua vita è iniziata in salita. L'infanzia in Brasile non è stata affatto facile.

Sono nato a Salvador de Bahia in una famiglia molto povera. Eravamo sei fratelli costretti a rubare cibo, frutta e pane al mercato per sopravvivere. Eravamo malati, avevamo la parassitosi intestinale, ovvero tantissimi vermi nella pancia perché a volte mangiavamo quello che trovavamo nella spazzatura. Necessitavamo di cure mediche urgenti. Mia madre purtroppo non aveva possibilità economiche.

E ha deciso di darti in adozione a una coppia napoletana.

Sì, grazie a Dio sono arrivati i miei genitori adottivi. Siccome non potevano avere figli, hanno deciso di adottare me e mio fratello di due anni più piccolo. Mia madre ci ha ceduto a loro e quando siamo arrivati in Italia siamo stati subito sottoposti a visite mediche e a terapie antibiotiche.

Che ricordo serbi della tua famiglia d’origine?

Ricordo l'instabilità familiare che pesava come un macigno. La debolezza di mio padre lo ha portato ad abbandonarci che eravamo ancora piccoli. Mia madre è rimasta da sola a combattere una battaglia persa. Non ha trovato altra via che scaricare tutto sull'alcol. Poi ha ceduto e ci ha affidato ad altri. Per fortuna c'era mia sorella maggiore che si è occupata di noi fino all'arrivo dei nuovi genitori.

Hai ancora un rapporto con i tuoi parenti in Brasile?

Dopo trent'anni senza vederli né sentirli, in cui ho sofferto tanto, ho ritrovato la mia famiglia d'origine grazie a un missionario italo brasiliano che mi ha dato i loro numeri di telefono. Oggi li chiamo e li vedo in videochiamata ogni giorno. Per me è una gioia immensa, un vero miracolo.

Come andò il primo incontro con la tua famiglia adottiva?

Appena mio padre ci vide si mise a cantare e a ballare. Era felicissimo. Eravamo tutti felici, proprio come una vera famiglia.

Come siete stati accolti in Italia tu e tuo fratello?

Devo dire che a Napoli inizialmente ho sentito il peso dei pregiudizi. A scuola ci prendevano in giro e si rifiutavano di giocare con noi perché siamo neri. Ho subito episodi di razzismo anche quando, dopo il diploma alberghiero, sono andato a lavorare nei ristoranti. Noi neri eravamo quelli più sfruttati e derisi. Da lì ho deciso di cambiare lavoro.

Hai lavorato nella salumeria dei tuoi genitori.

Sì, ma non faceva per me. Quel mestiere non mi piaceva tanto. Quindi ho aperto un negozio di articoli per feste, purtroppo non è andato bene. Le tasse e le spese mi hanno sopraffatto e non sono più riuscito a gestirlo.

Nino Nero, la passione per Nino D'Angelo e il rapporto con Paolo Bonolis

Nino Nero imita Nino D’Angelo
Nino Nero imita Nino D’Angelo

Come è nata la passione per Nino D'Angelo da cui ha preso vita il personaggio di Nino Nero?

Quando sono arrivato a Napoli, mi sono appassionato alla musica napoletana. Ho imparato le canzoni di Nino D'Angelo. Quando le ascoltavo mi arrivavano dritte al cuore, mi facevano sentire i brividi, erano delle poesie. Nino per me è un poeta. A 23 anni ho conosciuto la mia compagna Daniela, anche lei grande fan di Nino. Facevamo delle serate e cantavamo le sue canzoni, notavo grande consenso. A Carnevale, su idea della mia fidanzata, entrai in un locale vestito da Nino D'Angelo. E così è iniziato tutto.

Grazie a Nino Nero sei approdato nel salottino di Avanti un altro.

Sì, alcuni miei video hanno raggiunto milioni di visualizzazioni sui social. La redazione li ha visti e mi ha contattato. Mi rivedrete in trasmissione anche quest'anno.

C'è un aneddoto che ti lega al conduttore Paolo Bonolis?

Quando dieci anni fa lo conobbi fu incredibile. Appena mi vide, mi guardò negli occhi e mi disse: "Tu sarai uno dei miei preferiti, sarai la risposta ‘melaninica' a Nino D'Angelo". Simpaticissimo. Non è solo un grande professionista, ma anche un uomo di cuore. È affascinante.

Nelle scorse settimane, il nome di Nino D'Angelo si è intrecciato con la tragedia del suicidio di un 14enne che i bulli vessavano e insultavano chiamandolo con il nome del cantante.

Queste cose non dovrebbero accadere. Le prese in giro, l'isolamento dei bambini più fragili, i nomignoli dati per deridere. Sono cose che, avendole vissute, mi fanno veramente male. I genitori di questi bulli dovrebbero prestare più attenzione ai loro figli e insegnargli a tendere la mano al prossimo. A essere sensibili, empatici e a non calpestare i più deboli. Questi episodi spesso sono sottovalutati ma, come abbiamo visto, possono distruggere la vita di una persona.

Nino D'Angelo su Instagram si è scusato con il 14enne: “Scusami se ti hanno dato il mio nome”.

La mia esperienza è stata diversa. Nel mio caso, io devo tutto a Nino D'Angelo. Da quando ho iniziato a imitarlo, mi sono sentito accettato. Le persone adesso mi adorano, mi chiedono foto, mi fanno i complimenti. Mi ha cambiato la vita in meglio. Il suo essere, le sue canzoni, il suo famoso caschetto mi hanno aiutato a superare i pregiudizi che avevano verso di me per il colore della mia pelle. I napoletani sono molto legati alle loro radici. Da quando interpreto Nino, il re di Napoli, mi considerano uno di loro. È un sogno realizzato essere napoletano come loro.

La vita privata di Nino Nero, è fidanzato con Daniela da oltre vent'anni

Nino Nero con la fidanzata Daniela
Nino Nero con la fidanzata Daniela

Quanto alla tua vita privata, sei fidanzato da oltre vent'anni.

Sono perdutamente innamorato di Daniela. Anzi non la amo, la venero. Quando la conobbi, mi sussurrò una frase all'orecchio che mi fece innamorare subito. Mi disse: ‘O core nun tene culure, cioè il cuore non ha colori. Oggi questo è il titolo della mia nuova canzone che ho scritto con Antoine (cantante neomelodico, ndr) per ringraziarla per il supporto, per avermi amato per come sono. Credo sia molto difficile trovare una persona che ti ami incondizionatamente. Un consiglio che voglio dare a tutti è: se trovate una donna come la mia, tenetevela stretta perché è un gioiello unico al mondo.

Cosa sogni per il tuo futuro?

Sposare la donna che amo e riabbracciare la mia famiglia d'origine. Speriamo. Oggi purtroppo mio padre (adottivo, ndr) non c'è più. E il mio rapporto con mia madre e mio fratello è un po' teso. La mancanza dei nostri genitori d'origine ha portato mio fratello a vivere un momento di fragilità. Così, mia madre ha focalizzato la sua attenzione su di lui. Mi sono sentito messo da parte e ho sofferto la solitudine. Ora però sto creando la mia famiglia con la mia fidanzata. Non dubiterò mai del suo amore.

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