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Lisa Gritti, l’ultima annunciatrice di Canale5: “Sostituii Pierobon, durò poco. Striscia scoprì le mie foto su Playboy”

L’ex annunciatrice di Canale 5 si confessa a Fanpage.it: “Mediaset mi convocò per via degli scatti in cui apparivo senza veli. Dissi che non avevo nascosto nulla e che non avevo scheletri nell’armadio. Mi piacerebbe tornare in tv”. Su Miss Italia: “Partecipai nel 1995. Fu un incubo”.
A cura di Massimo Falcioni
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Il suo viso è entrato quotidianamente nelle case degli italiani. Per un tempo limitato, ma che è comunque bastato per consegnarla alla storia di Canale 5. Sì perché Lisa Gritti nel 2003 venne scelta come erede di Fiorella Pierobon, che per vent’anni era stata l’annunciatrice ufficiale della rete. “Non ho mai avuto l’onore di conoscerla – confida Lisa a Fanpage.it – mi sarebbe molto piaciuto, purtroppo l’occasione non si è mai verificata”.

Classe 1972, la Gritti si avvicinò già ventenne al mondo dello spettacolo, dopo un percorso di studi non proprio in discesa. “Frequentai il liceo linguistico in tre città diverse, spostandomi da Treviso, dove l’istituto venne chiuso per via dei pochi alunni, a Conegliano, per poi terminare a Vittorio Veneto. In seguito mi iscrissi alla facoltà di Psicologia, ma abbandonai dopo due anni. In realtà avrei voluto fare Scienze Motorie, che all’epoca era ancora l’Isef, però mia madre si oppose in quanto il diploma non era equiparato alla laurea. Risultato? Feci una decina di esami e mollai tutto. Il mio rapporto con la scuola è stato sempre difficile, a tratti l’ho odiata. Ed ora, a 53 anni, ammetto che vorrei riprenderla”.

La prima possibilità di svolta si presentò nel 1995, con la partecipazione a Miss Italia. Trionfò Anna Valle, mentre lei si aggiudicò la fascia di ‘Miss Sorriso’. “Fu una super fatica. Provavamo fino a 3 di notte e alle 8 dovevamo essere già sveglie. La ricordo come un’esperienza durissima, bella, ma con dei ritmi pazzeschi. A casa ci vedevano tutte sorridenti, eppure dietro c’era uno sforzo enorme”.

Un racconto che coincide con quello di tante altre miss.

Era terribile, un incubo, non potevamo vedere nessuno. Se mi chiedessero oggi di ripartecipare, accetterei solo a garanzia della vittoria. Altrimenti no. Ovviamente mi riferisco al concorso ai tempi della Rai, quando si andava in onda per ben quattro serate. Non so quale sia la situazione attuale, non ho più seguito la manifestazione.

A quel punto si aprirono le porte del cinema.

Non subito. Feci piccole cose spostandomi a Milano, ma a 27 anni decisi di trasferirmi a Roma e presi parte a ‘Il cielo in una stanza’ e ‘La Mandrakata’ dei fratelli Vanzina, due persone a dir poco splendide. In mezzo ci fu una particina in ‘Qui non è il paradiso’ di Gianluca Tavarelli. Comparvi in una breve scena con Fabrizio Gifuni, niente di che. Così come nel sequel di ‘Febbre da cavallo’. Sfiorai per poco Gigi Proietti, tuttavia ne percepii la sua straordinaria energia. Nonostante lo abbia fugacemente assaggiato, l’ambiente del cinema continua a piacermi.

Come mai non proseguisti?

Mi ero stancata dei provini. Allora decisi di cambiare strada e svolsi le selezioni per entrare in Alitalia come assistente di volo. Tutti mi ripetevano che non sarei mai stata presa, invece superai gli esami e lavorai per la compagnia aerea dal 2000 al 2003.

Tre anni con la valigia sempre in mano, immagino.

Esattamente, ero sempre in viaggio. In quella fase ero fidanzata con il cestista Alessandro Tonolli e avrei voluto passare molto più tempo con lui. Motivo per cui quell’esperienza fu amata e detestata allo stesso tempo.

Vivesti da vicino gli attentati dell’11 settembre.

Avevamo contratti stagionali. Quando avvenne l’attacco alle Torri Gemelle ci lasciarono a terra per un po’ e non lavorammo. Ci volle tempo per tornare alla normalità.

Da hostess ad annunciatrice di Canale 5. Fu un bel salto.

Fu Mediaset a contattarmi. Dall’ufficio casting mi telefonarono dicendomi che cercavano una nuova annunciatrice e mi proposero di partecipare a ‘Velone’, programma che ospitava la gara per ottenere il ruolo. Essendo apparsa in precedenza di diversi programmi come valletta, avevano già la mia scheda e mi avevano visionata.

Quale fu la tua reazione?

La mia risposta fu parecchio brusca, perché pensai ad uno scherzo dei miei amici, che mi ripetevano in continuazione di somigliare alla Pierobon. Quando dall’altra parte mi invitarono a moderare i termini, capii che era un invito serio e mi scusai. Mi tuffai senza pensarci troppo. Sono fatta così, dico sempre ‘sì’, poi semmai rifletto.

In finale battesti Francesca Cavallin.

Fu una vera e propria cavalcata. Partimmo in 800, diventammo 100, fino a rimanere in pochissime. Nella sfida a due ero convinta che si sarebbe imposta lei. Percepivo voci di corridoio che andavano in un certo senso. Ma quando Mammucari pronunciò il mio numero provai una sensazione meravigliosa. Guardai al cielo e dissi ‘grazie’. Venivo da mesi complicati, avevo avuto problemi di salute ed ero dimagrita moltissimo. Lo considerai un premio, una rivincita.

Ti incoronò Mariolina Cannuli. Sottovoce, ma a microfono aperto, ti consigliò di ridere meno.

Hai ragione. Sai che non ho mai capito il perché di quelle parole? Subito dopo venni portata via dal palco. Non mi scordo i flash dei fotografi, le numerose interviste rilasciate e la sensazione di essere trattata come una reliquia. Mi spaventai.

Nemmeno il tempo di esultare che “Striscia” andò a scovare tue vecchie foto senza veli pubblicate su “Playboy”.

Mi consegnarono il Tapiro e venni convocata d’urgenza in direzione. Mi chiesero come mai non li avessi avvertiti e spiegai con tranquillità che non avevo nascosto nulla. Le immagini erano pubbliche e disponibili, sarebbe bastato fare qualche ricerca. Non era uno scheletro nell’armadio di cui vergognarmi. Gli scatti per ‘Playboy’ li avevano fatti molti personaggi. L’unica differenza, nel mio caso, fu realizzare quelle foto da sconosciuta.

Ti irritò il comportamento di “Striscia”?

No. Fecero il loro lavoro. Antonio Ricci era il creatore di ‘Velone’ e l’ho sempre ritenuto un uomo straordinario, corretto e preciso nel lavoro. Piuttosto, mi preoccupò l’idea che si fosse macchiata l’immagine della ragazza della porta accanto. Adesso ci rido su, ma allora ci stetti male, ebbi la reale paura di perdere il posto. Per fortuna il caso si sgonfiò quasi immediatamente, ma quella vicenda fu decisiva per un’altra questione.

Quale?

Persi un contratto da testimonial per un marchio di reggiseni. Parliamo di grosse cifre, 100 mila euro. Presero Aida Yespica, ma al suo posto ci sarei dovuta essere io. Declinai per non mettere a rischio il mio lavoro di annunciatrice, senza sapere che dopo un anno e mezzo avrei perso anche quello. Mi pento di non aver accettato, se potessi tornare indietro sarei più sfrontata. Avrei dovuto pensare a me.

Ad inizio 2005 cominciò il demansionamento.

Avevo 4-5 annunci al giorno e pian piano scesero. ‘Striscia’, chiudendo sempre più tardi, causò l’eliminazione della finestra di prime time e a cascata pure di quella di seconda serata. Pertanto, decisero di diminuire le uscite. Una mossa che sorprese tutti, perché la convinzione generale era che l’annunciatrice dell’ammiraglia saltasse per ultima. Al contrario, Emanuela Folliero su Rete 4 riuscì a proseguire.

Finiti gli annunci, arrivarono le telepromozioni.

Mi convocarono per chiedermi cosa volessi fare. Il mio desiderio sarebbe stato quello di avere una piccola rubrica personale, ma non osai. Andai sul sicuro e li invitai a farmi rimanere nell’ambito commerciale. Diventai volto di Eminflex e affiancai Mastrota. Lavorare con Giorgio è stato un insegnamento, ho imparato tanto da lui. È uno che non sbaglia, va velocissimo e devi stargli dietro. Successivamente mi spostai all’interno di ‘Tutto questo è soap’, ‘Forum’ e ‘Buona Domenica’.

Affermasti: "Sarà dura sostituire la Pierobon. Ma con il tempo ognuno trova una propria cifra, un proprio stile". Un tempo che non ti venne concesso.

In effetti non ne ebbi. Quando imparai il mestiere cancellarono gli annunci. Io stessa notavo la differenza tra le prime registrazioni e le ultime. C’era stata una maturazione e sarei ulteriormente migliorata. Ci rimasi male, non lo nego. Ma le cose hanno un inizio e una fine, questa è una certezza. Ci sono episodi nella vita che ti stoppano e non ti permettono di crescere.

Piccole curiosità: durante gli annunci avevi un gobbo o andavi a memoria?

C’era un teleprompter davanti a me dove scorrevano le parole molto velocemente. Non era impossibile, ma nemmeno semplicissimo. Avevi un tot di secondi e dovevi stargli dietro. Capitava che mi impuntassi, soprattutto se c’erano titoli inglesi. Col tempo migliorai e il più delle volte fu buona la prima.

Guadagnasti bene?

Essendo uscita da un concorso, avevo uno stipendio normale. Forse se avessi proseguito sarebbe aumentato. Chissà (ride, ndr).

Attorno al 2009 sparisti dai radar.

Nel settembre di quell’anno rimasi incinta e nell’aprile del 2010 nacque mio figlio Mayo. Come spesso succede con la maternità, noi donne finiamo nell’ombra. Non feci più nulla per un anno e mezzo, rimasi praticamente a casa. Poi un giorno decisi di presentarmi ad un provino a Bologna per una multinazionale tedesca di gioielli. Cercavano dei venditori e la mia amica Federica Merz mi spinse a provarci. Dopo dieci giorni ero a Berlino a frequentare un corso di gemme preziose. Posi una condizione: ‘Vengo a lavorare in Germania se posso portare anche mio figlio’. Acconsentirono e partii. Restavo là 15-20 giorni al mese e stavo in un appartamento offerto da loro. Proseguii per ben sette anni.

Di cosa ti occupavi?

Erano televendite su una piattaforma tedesca che aveva anche un ramo italiano. Andavo in onda sui canali satellitari tematici. Facevo turni di cinque ore consecutive in diretta, a braccio. Una roba massacrante.

Rientrasti in Italia appena prima che esplodesse la pandemia.

L’esperienza terminò nel novembre 2019, dall’oggi al domani, dal momento che il ramo italiano era stato chiuso. Tornai in Italia e mi ritrovai a spasso. Mi crollò il mondo addosso, ma mi feci forza e, superati i mesi del covid, mi avvicinai alla Federazione Italiana Bocce.

Matrimonio curioso.

Condussi qualche evento e, siccome serviva una risorsa in più nell’ufficio comunicazione-stampa, si fecero avanti. Dopo due anni come collaboratrice mi assunsero. Non firmai l’indeterminato, non ero pronta psicologicamente a legarmi definitivamente ad un progetto, però vedevo di buon occhio quell’impiego. Ho fatto tante interviste e mi sono innamorata soprattutto del settore paralimpico.

Sei tuttora alla Federbocce.

Sì, ma mi hanno spostata al comitato regionale del Lazio e non mi occupo più di quello che amavo. Svolgo pratiche di ufficio e ho molto tempo libero, che mi consente di fare volontariato e seguire anziani che sono rimasti soli al mondo. Ad ogni modo, non nego che mi piacerebbe tornare a fare qualcosa in tv.

Sarebbe stata la prossima domanda. Quindi saresti favorevole ad un rientro nel mondo dello spettacolo.

Guarda, a dire il vero non ho mai del tutto smesso. Di tanto in tanto compaio nei fotoromanzi di Grand Hotel. C’è ancora chi li legge, grazie al cielo! Odio tutto ciò che è social, amo la carta, i libri e i giornali. Non solo: sono diventata testimonial di una ditta di tapparelle, infissi e persiane. Comunque, sarei felice di riaffacciarmi come opinionista, oppure al cinema o nelle fiction. Dentro di me questa passione non è mai morta e non c’è un’età limite per ricoprire dei ruoli.

Ti hanno mai cercata per un reality?

No, nessuno me l’ha mai proposto. Amo il ‘Grande Fratello’, ‘L’Isola dei famosi’, ‘Pechino Express’ e ‘Ballando con le stelle’.

Per strada ti riconoscono ancora?

Sì, nonostante siano trascorsi vent’anni. E chi non ci arriva subito mi confessa che gli ricordo qualcuno. Di certo, non sono mai io a parlare di me. Sono molto timida e lo ero anche all’epoca, tanto che quando i bambini mi chiedevano l’autografo, ero poi io a chiederlo a loro. Non mi piaceva che mi vedessero come una persona importante e che loro si sentissero sminuiti.

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