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L’ad di Discovery Araimo: “Il risultato di Fazio è straordinario, ma non siamo il servizio pubblico”

Alessandro Araimo, amministratore delegato di Discovery, parla della prima puntata di Fabio Fazio sul Nove con il suo Che Tempo che fa. I risultati soddisfacenti fanno ben sperare per il successo della rete, ma l’obiettivo è fare una “televisione contemporanea e internazionale”, che non si sostituisca al servizio pubblico.
A cura di Ilaria Costabile
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L'atteso ritorno di Fabio Fazio in tv, con il debutto sul Nove con Che Tempo che Fa, è stato accolto più che bene dal pubblico che, infatti, ha seguito l'ex conduttore Rai nella sua nuova collocazione. Il successo della prima puntata è stato commentato da Alessandro Araimo, amministratore delegato di Discovery, che ha parlato dei suoi obiettivi futuri, sottolineando come l'esito più che soddisfacente di questo passaggio, non debba essere un punto d'arrivo ma di partenza.

Il commento alla prima puntata di Che Tempo che Fa

"Il risultato è straordinario, ma teniamo i piedi per terra" dice Alessandro Araimo intervistato da Repubblica, parlando della prima puntata di Fabio Fazio sul Nove con il suo Che Tempo che fa, sempre uguale a sé stesso, ma forse anche per questo in grado di traghettare il pubblico della Rai su una rete che, pur lavorando da diversi anni in Italia, deve ancora farsi conoscere:

Un bell’effetto, inutile negarlo, però il nostro è un percorso, non voglio che ci si senta arrivati. È ovvio che ne ricaviamo un incitamento a fare bene il nostro lavoro, quello di editore. Sono un manager di un gruppo privato e devo tenere d’occhio l’equilibro dei conti e il profitto. Vorrei fare una televisione che sia contemporanea e internazionale, fatta da italiani che sappiano guardare il mondo. Si è visto molto bene in una serata di 4 ore e mezza. Se questo è fare servizio pubblico sono stracontento, ma la realtà è che voglio fare l’editore in un modo adeguato alla società. 

L'idea di fare servizio pubblico

Ospiti della prima serata Liliana Segre e David Grossman, due nomi che in un momento storico così delicato, che vede al centro dell'attualità il conflitto israelo-palestinese, risentono ancor di più di una certa risonanza, proprio come un programma che si occupa di sostenere il "servizio pubblico" dovrebbe fare. A questo proposito, Araimo dichiara: "Guardo al mio obiettivo piuttosto che al concetto di servizio pubblico, per sua natura connaturato alla Rai. Mi fa piacere che il nostro ruolo di editore sia visto bene, ma io faccio un servizio al pubblico. Non voglio prendere il ruolo della Rai". Per un editore privato e quindi una rete che non necessita dell'approvazione della politica creare contenuti innovativi è senza dubbio più

Ci siamo potuti muovere con regole democratiche, indipendentemente dal governo che c’è stato. Per un editore privato o pubblico sono le idee a guidare le scelte editoriali. Per valutare un nuovo management serve tempo e tenderei a darlo anche ai nuovi vertici, prima di valutare le scelte. Non è facile prendere in mano un’azienda grande come la Rai

L'avvicinamento a Fabio Fazio

Aver conquistato Fabio Fazio è stato per Discovery un passaggio significativo, arrivato dopo un lungo periodo di corteggiamento da parte della rete che, poi, si è concretizzato dopo qualche anno, come spiega Araimo:

Avevamo già provato ad avvicinarlo cinque anni fa, alla firma del precedente contratto con Rai. Per una serie di ragioni, la cosa non andò a buon fine. Però si era creato un feeling sulla visione della tv e sulle cose che avremmo potuto fare. Pensavo che fosse finita lì. Poi ci siamo ritrovati in primavera, a fine contratto, in una fase di riflessione e potenziale cambiamento.

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