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Giulia Salemi: “Mi chiamavano Bridget Jones col monociglio, oggi sono una donna che vuole libertà”

Dal red carpet del Festival di Venezia 2016 con lo spacco hot, Giulia Salemi è cresciuta personalmente e professionalmente. In un’intervista mette a nudo le sue insicurezze e manda un messaggio alle giovani donne: “Il mondo del lavoro è spietato, sta a noi difenderci con impegno e professionalità”.
A cura di Sara Leombruno
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Giulia Salemi ha avuto negli anni una crescita personale e professionale non indifferente: divenuta celebre per lo spacco hot dell'abito che indossò al Festival di Venezia nel 2016, ha costruito la sua carriera facendosi portavoce di messaggi importanti come l'indipendenza e la libertà (ricordiamo il suo recente monologo a Le Iene, dove parlò della storia di sua madre Fariba, nata a Teheran). In un'intervista al Corriere della Sera, l'ex gieffina si racconta ancora una volta, e manda un pensiero alle giovani donne: "Il mondo del lavoro è sempre stato un mondo maschilista. Sta a noi saperci difendere con impegno e professionalità. Meritiamo di avere un peso". Nel lungo colloquio Giulia fa riferimento anche al suo passato: "Ero un'insicura cronica, la Bridget Jones di Piacenza con il monociglio, oggi comincio a piacermi e ad amarmi per come sono. Mi domando ogni giorno se sono libera e quale sia il significato di libertà".

Il pensiero alla madre Fariba e all'Iran

Giulia Salemi ha citato ancora una volta sua madre Fariba, divenuta nota al pubblico italiano per aver partecipato all'Isola dei Famosi 2021. Come aveva raccontato anche a Le Iene, la donna nel 1978 scappò dal suo Paese perché il regime iraniano non la rendeva libera: "A tutti gli effetti sono figlia di una partigiana. Quella è la libertà con la «L» maiuscola e noi oggi, per fortuna, viviamo esempi meno pesanti sul senso di libertà, ma è giusto pensare anche ai Paesi meno fortunati del nostro. Noi non siamo liberi dai social, per esempio, e quella libertà di pensiero spesso dipende dall’omologazione di ciò che leggiamo. La libertà materiale l’ho raggiunta con il mio lavoro (che comunque è perennemente precario) mentre la libertà espressiva non l’ho ancora raggiunta ed è quella ricerca che cammina parallela alla maturità di una donna".

"Milano città spietata, ho preso tanti no"

Nel flusso di ricordi, Salemi racconta anche di Milano, di quanto sia stato difficile per lei lasciare la città dove è nata e cresciuta in provincia di Piacenza per poter seguire il sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo: "Mi sono trasferita a Milano a 20 anni con 500 euro ma le tasche piene di sogni. Milano è una città spietata per una ragazza di provincia e se non hai un carattere forte e qualche amicizia fidata è facile perdersi. Ho preso tanti ‘no' e tante aspettative si sono infrante ma non ho mai smesso di pensare che il domani sarebbe stato migliore". E sulle donne che per lei sono ispirazione: "Sicuramente mia nonna è un esempio. Sul lavoro amo Alessia Marcuzzi, Michelle Hunziker e la saggezza di Silvia Toffanin. Tre donne che se shakerate insieme rappresentano ciò che vorrei diventare".

Giulia Salemi e sua nonna Giuly, foto da Instagram
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