Francesco Costabile su Familia verso gli Oscar 2026: “La violenza domestica è un tema universale e urgente”

Familia è il film che l'Italia ha scelto per la corsa agli Oscar 2026 come miglior film straniero. In una rapida videochiamata con il regista Francesco Costabile siamo un gruppo di giornalisti che hanno raccolto le sue emozioni a caldo. "Da domani inizia un lungo viaggio e mi affiderò a chi ha creduto in questo film, in primis al produttore Nicola Giuliano, che ha esperienza, avendo già vinto un Oscar con La grande bellezza", ha dichiarato, rimarcando l'importanza del tema della violenza di genere anche oltreoceano: "Il tema del film è sempre più universale perché la violenza di genere è purtroppo transculturale appartiene a tutte le classi sociali e posizioni geografiche. È importante portalo in giro, in un periodo storico in cui la violenza è sdoganata nelle guerre che conosciamo in tutto il mondo".
Questo è il secondo film di Francesco Costabile, in piena continuità con il primo, Una femmina, che affrontava la violenza sulle donne all'interno dell'organizzazione mafiosa. Familia gioca una partita importante, soprattutto per arrivare all'estero e nelle scuole: "Sono insegnante in un istituto tecnico a Bologna. L’insegnamento è un mestiere che amo molto perché credo che i registi debbano sempre mantenere un ancoraggio con la realtà. I miei alunni mi arricchiscono sia dal punto di vista umano che artistico". Per questo motivo, il noto regista e sceneggiatore spera di raggiungere un pubblico internazionale: "È un film piccolo e coraggioso, per ora è uscito in Francia, in Brasile e Nord Europa. Anche in Asia, a Tokio, nel mercato giapponese, ha girato nei circuiti dei festival e delle scuole".

Particolari timori di approdare nell'America di oggi, con tutte le sue resistenze culturali? "Beh, lì è stato appena ucciso Charlie Kirk, rappresentante estremo dell’America cattolica e fondamentalista. Stanno sprofondando sia in temi come quello della violenza di genere, che in quelli del razzismo e nella transfobia. Il contesto è preoccupante a prescindere". E ancora: "Quando mi hanno chiamato ho pensato a uno scherzo telefonico, ero incredulo, quasi scioccato. Certo candidarlo è stata una scelta coraggiosa, forse dovuta a un tema assolutamente contemporaneo e necessario anche per il mercato americano".