Drusilla Foer: “Mi dicono di fare tv, ma sono diffidente. In disaccordo con Meloni, ma non riesce a starmi antipatica”

Drusilla Foer è tornata alle origini, a teatro, dove sta portando in scena lo spettacolo Parla con Dru, in attesa di iniziare la tournée con Frida opera musical, ma non mancherà spazio anche per Venere Nemica, lo spettacolo di successo che l'ha portata in giro per tutta Italia. Drusilla, alter ego artistico dell'attore Gianluca Gori, si racconta in un'intervista nella quale spiega anche perché non è allettata dall'idea di fare televisione, facendo un cenno alla politica e parlando, infine, di cosa la fa innamorare: "La calma incanta la signora Foer, con la franchezza, la lealtà, la sensibilità. Se queste robe ci sono, alla fine c’è anche eleganza".
Drusilla Foer e il suo Venere Nemica
Lo spettacolo con cui tutt'oggi è in scena, Parla con Dru lo definisce sulle pagine di Repubblica un "po' di briglia sciolta", dopo un lungo periodo dedicato alla prosa, soprattutto con Venere Nemica su cui si sofferma dicendo:
Si aspetta Drusilla che chiama Ornella Vanoni e dice bischerate. Invece è un testo severo, che trova la sua croccantezza con un ghigno sinistro. Ne sono orgogliosa. Parla di noi, di dubbi, bellezza, fragilità. Abbiamo fatto cento repliche in un momento impegnativo della mia vita, era necessario che ci fossi, ed è stato percepito. Si pensa che l’ovvietà sia una garanzia.
A proposito delle garanzia dell'ovvietà, ma soprattutto dello stato della cultura in Italia, dice: "A volte sì, ma lo stupore è più coinvolgente. Ed è meno noioso. Il pubblico è pronto a coglierlo, mentre l’ovvietà si stratifica, impigrisce e stanca. La cultura in Italia vive una regressione. Hanno amputato stagioni teatrali, come se la cultura non producesse denaro. Si pensa che sia l’ultima ruota del carro e che la tv-con diecimila talent, reality, stessa giuria e dinamiche-sia garanzia di un accoglimento. Non è così".
"Mi dicono perché non fai tv? Sono diffidente"
Intanto, tra uno spettacolo e l'altro, il ruolo di Matilde in Tutto chiede salvezza 2, alla domanda su cosa le avesse dato un personaggio del genere, Drusilla risponde: "Una grande ammissione di fragilità, me sono accorta solo rivedendola. Sono tornata in contatto con le perdite che ho avuto, tanto dolore, rancore, rabbia espressa e inespressa. Anche la mia. Per educazione sono una persona che non ha rapporti con la rabbia, le tolgo valore. Invece mi sono sentita arrabbiata, disperata e addolorata". Anche il pubblico, però, ha avuto modo di riconoscersi:
Si sono ritrovati in quella fragilità, il vetro è resistente ma, se si rompe, va in mille pezzi. Giravamo a Nettuno, trucco alle 5, sul set Francesco Bruni-che fa il cinico livornese ma è una persona di una preziosissima umanità- aveva una grande capacità di aggregazione. Il mondo vede le cose belle. Tutti mi dicono: perché non fai televisione? Ora sono diffidente.
Drusilla Foer su Giorgia Meloni
Dopo il suo Sanremo, in cui è stata apprezzata e applaudita per quanto detto sul palcoscenico più importante d'Italia, non le è stato chiesto di avvicinarsi alla politica ma parlando delle premier ha dichiarato:
Sono molto, molto spesso in disaccordo con ciò che dice, per il modo in cui lo dice e per l’approssimazione. Ma non riesco a farmela stare antipatica. Forse non mi sta antipatica come non mi è antipatica la Cattiva di Biancaneve. Vorrei che dialogasse in modo più serio con i giovani. Ha carisma e mi piacerebbe che stabilisse un confronto, con meno slogan, per suscitare un dibattito. I ragazzi hanno bisogno anche di scontro e di uscire dal torpore.