Barbara Floridia attacca Meloni: “Usa la Rai e danneggia democrazia. Da tempo va avanti un ricatto senza precedenti”

La vicenda di Giorgia Meloni in onda in diretta a Domenica In ha sollevato enormi polemiche da parte delle opposizioni, che hanno considerato l'intervento della premier inopportuno e propagandistico. Quella di Meloni è soprattutto una scelta che fa emergere una questione che da tempo fatica a trovare spazio nelle cronache televisive, una questione che riguarda la Rai e che va ben oltre la definizione di TeleMeloni. Da oltre un anno, infatti, la commissione parlamentare di Vigilanza, l'organo che dovrebbe appunto vigilare sulla Rai, viene tenuta bloccata dalla maggioranza, che ne impedisce i regolari lavori. Lo denuncia in questa intervista Barbara Floridia, presidente della Commissione di Vigilanza, da mesi impegnata a raccontare questa asimmetria istituzionale.
Onorevole, quello che è andato in onda a Domenica In non è un fatto irrilevante, ma in qualche modo appare come l'ennesimo atto di prepotenza di Meloni e, in generale, della maggioranza.
Sì, a mio avviso sì, anche perché siamo in piena campagna elettorale in due regioni e credo che sia assolutamente fuori luogo e inopportuno che la premier per una promozione si faccia vedere così, tra l'altro in una trasmissione con un alto audience anche molto popolare. Non era nemmeno in veste istituzionale, non c'era una comunicazione importante da fare.
Dal punto di vista di Venier viene istintivo credere che una conduttrice non si sarebbe mai privata della possibilità di avere la premier in onda. Crede dovesse intervenire la produzione, o Meloni non avrebbe dovuto presentarsi in Tv?
Intanto non è possibile nella sede opportuna indagare e quindi chiedere come siano andate le cose, la commissione di vigilanza Rai è bloccata da un anno e per me questo rappresenta un danno incredibile alla democrazia. In quella sede avremmo potuto chiedere all'amministratore delegato o ai direttori delle varie strisce che cosa è accaduto e secondo quali modalità. Meloni, a mio avviso, è sempre spregiudicata e inopportuna, osa fino all'inimmaginabile col servizio pubblico e usa la Rai, fuggendo da ogni conferenza stampa e contesti a lei sfavorevoli e poi fa queste comparsate TV per ottenere consenso, non certo per promuovere il Made in Italy.
Qualcuno direbbe che è sempre stato così, d'altronde dalla riforma Renzi del 2015 la Rai è, di fatto, nelle mani del governo di turno.
Rispetto al passato è aggravato, lo ripeto e lo ribadisco perché questo è il nodo grave il fatto che non si possa neanche vigilare su quello che accade. Mai si era immaginato neanche lontanamente che la maggioranza stessa bloccasse l'organo che deve vigilare su ciò che accade.
Dal punto di vista tecnico, spiega al lettore da diciamo in maniera molto semplificata in che modo la maggioranza tiene bloccata la commissione di Vigilanza Rai?
Intanto spiego perché, mi è stato detto palesemente da Gasparri: visto che l'opposizione non capitola sul nome proposto da Forza Italia per la presidenza Rai, cioè quello della dottoressa Agnes, allora per ricatto la maggioranza tutta ha deciso di boicottare la commissione di vigilanza e non farla più funzionare. Così è stato detto e così è stato fatto.
Ma come è fatto nel nel concreto?
Per pianificare l'ordine del giorno, cioè ciò di cui discutere e perché riunirci, abbiamo bisogno dell'ufficio di presidenza, quindi i rappresentanti di tutte le forze politiche. La maggioranza, in quegli uffici di presidenza, non permette di calendarizzare nulla e a volte ha anche boicottato l'ufficio di presidenza
In che modo?
Non si è presentata, rendendoci impossibili le audizioni.
Questo in che maniera ostacola i lavori della commissione?
Per esempio non possiamo chiedere all'amministratore delegato di venire, perché la maggioranza o esce, quindi mi fa mancare il numero legale e non vota o boccia le idee della le proposte della dell'opposizione. E ogni volta che deve svolgere un compito significativo, fa mancare la maggioranza. Quindi io non non posso riunire la commissione.
Nel pieno delle sue funzioni, banalmente, oggi avrebbe convocato la commissione per discutere di quello che è successo a Domenica In?
Certo, così come l'avrei convocata per la questione Chiocci. Intanto avremmo banalmente audito l'amministratore delegato per capire l'insieme di tutte le problematiche della Rai, cosa che rientra anche nei suoi diritti, non solo doveri
Sulla presidenza, dunque, la maggioranza dice: o votate il nostro nome, o noi non votiamo.
Esatto. Infatti io mi ritengo vittima di bullismo istituzionale, di violenza istituzionale da parte di chi parla tanto di violenza. Noi non riusciamo a fare nulla e io ho scritto ai presidenti di Camera e Senato, ho scritto al Presidente della Repubblica, che ha espressamente detto che la libertà vive del funzionamento delle istituzioni, certo non del loro blocco e tra l'altro ha detto che è sconfortante la situazione che c'è in Vigilanza Rai. Questo non ha sortito alcun effetto.
Se non quello appunto di Meloni che stamattina definisce la la polemica assolutamente inutile. Sembra esserci un totale disinteresse per la questione.
Meloni è convinta di essere leader dell'opposizione, è il motivo per cui mantiene un buon consenso, che per fortuna comincia a calare, proprio perché lei si è concentrata, in barba a tutto ciò che le competerebbe, la leader di opposizione e non la presidente del consiglio.
Il paradosso è che appunto Meloni pochi anni fa contestava il suo predecessore Conte proprio per la presenza a Domenica In in piena pandemia, definendo quella televisione "da Corea del Nord".
Ricordo precisamente che Conte si collegò dalla Protezione Civile, proprio perché in quella fascia oraria arrivi a tutti, poteva dare delle informazioni istituzionali importanti. È proprio la differenza con l'intervento di Meloni a Domenica In, che di istituzionale non aveva nulla di urgente da comunicare alla nazione.
Rispetto alla situazione di stallo della Vigilanza, il suo timore è che questa situazione possa prorogarsi fino alla fine della legislatura?
Io spero e auspico che la questione si sblocchi, però purtroppo la vedo nera. Io sono sempre stata ottimista, ho sempre creato ambienti e spazi per parlare, sono sempre stata moderata nel dibattito e nel dialogo con la maggioranza. Credevo nella mia posizione istituzionale di presidente di dover creare un ambiente di dibattito e dialogo, ma davvero ormai ho dovuto deporre le armi. È veramente assurdo.
Ha qualche rimpianto o rimorso?
Ma non mi posso rimproverare nulla, era giusto farlo, in questo anno e mezzo non ho fatto altro che provarci, ma ho sempre avuto sonore porte in faccia sbattute.
Sente che ci sia una difficoltà delle persone comuni a capire la situazione attuale?
Bisogna far capire ai cittadini che il servizio pubblico deve assolutamente fornire una narrazione plurale, dare gli strumenti per avere consapevolezza di quello che accade. Certo. Sta rischiando di non essere più così ed è pericolosissimo per tutti. Se qui un governo blocca un organo di garanzia, abitualmente nelle mani dell'opposizione, c'è un pericolo grave. I cittadini dovrebbero ribellarsi, anche quelli di destra.