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Favino: “Il vero problema non è Elio Germano o il ministro Giuli, ma un cinema completamente bloccato”

Nell’intervista a Repubblica, l’attore cerca di mediare sulla polemica tra Elio Germano e il ministro della Cultura, richiamando le parti al dialogo costruttivo oltre le contrapposizioni.
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Tra i due litiganti, il terzo media. O tenta di farlo. Dal Festival di Cannes, dove è stato accolto come una star, Pierfrancesco Favino prova a ricostruire il dialogo, invitando le due parti a superare le contrapposizioni. Parliamo chiaramente di Elio Germano e il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che da giorni battibeccano a mezzo stampa, tra tante ciance. Favino è tra i firmatari dell'appello al ministro, ciononostante spiega: "Ho sempre pensato di fare le cose per tutti, non per me. Continuo a esprimermi perché penso sia quasi un obbligo".

Le parole di Pierfrancesco Favino

Nell'intervista a Repubblica, Favino sposta il dibattito dalle mere contrapposizioni politiche alla necessità di un confronto costruttivo: "Non sono un gran contestatore, voglio parlare. Siamo in tanti pronti a collaborare". 

Si può dire “ho sbagliato”, bene, diciamocelo tutti. E andiamo avanti. I problemi sono oggettivi. Non mi interessa una comunicazione di pernacchie tirate gli uni contro gli altri. Serve una comunicazione fattiva. Il centro — con tutto il rispetto per i miei colleghi — non sono Elio Germano o il ministro Giuli ma il problema di un comparto industriale del Paese che genera occupazione e ricchezza e ora è impossibilitato a farlo.

L'appoggio a Pupi Avati: "Il Maestro ha ragione"

Pierfranceso Favino preferisce piuttosto richiamare le parole di Pupi Avati: "Il Maestro ha detto cose giuste, soprattutto che bisogna costruire ponti". L'attore sottolinea come la richiesta di dialogo con le istituzioni risalga a ben prima dell'attuale governo: "Da anni chiediamo un incontro, con ogni governo e ben prima di questo". Insomma, dopo le polemiche feroci e i toni aspri che ci sono stati, la voce di Favino emerge in maniera decisamente più equilibrata, spingendo soprattutto i colleghi a riportare il dibattito su un binario concreto. L'obiettivo primario non è stabilire chi ha ragione, ma trovare soluzioni per un settore fondamentale come quello del cinema.

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