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Premi Oscar 2024

Oscar a “Navalny”, la moglie dell’oppositore di Putin: “È in prigione solo per aver detto la verità”

Il documentario sulla storia dell’oppositore di Putin conquista il premio a Los Angeles. Sul palco la moglie Navalnya: “Sogno il giorno in cui sarai libero e sarà libero il nostro paese. Sii forte, ti amo”.
A cura di Andrea Parrella
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Il segnale politico sugli Oscar 2023 non poteva che essere collegato alla questione russa. Il film Navalny, dedicato alla storia del dissidente Alexei Navalny, attualmente in carcere, ha vinto il premio come miglior documentario agli Oscar. Sul palco a ritirare il premio il regista Daniel Roher, che si è rivolto alla famiglia Navalny: "Grazie per il vostro coraggio, il mondo è con voi", per poi citare le parole del leader dell'opposizione sulla guerra ingiusta di Putin contro l'Ucraina: "Dedico a te il mio premio, il mondo non si è dimenticato del tuo messaggio, non avere paura".

Le parole della moglie di Navalny

Il microfono è quindi passato ad una emozionata Yulia Navalnaya, la moglie di Alexey Navalny e punto di riferimento dell'opposizione russa, che si è rivolta al pubblico del Dolby Theatre di Los Angeles parlando così: "Mio marito è in prigione solo perché ha voluto difendere la democrazia. Sogno il giorno in cui sarai libero e sarà libero il nostro paese. Sii forte, ti amo".

L'avvelenamento e l'arresto di Alexei Navalny

La figura di Navalny è diventata nota anche fuori dai confini nazionali dall'agosto 2020, quando in seguito a una trasferta in Siberia “per fare un bel film sulla corruzione locale”, l'avvocato russo fondatore del movimento Russia del futuro e della Fondazione anti corruzione, si sente male mentre è sul volo con cui da Tomsk sta rientrando a Mosca. Qualche giorno poco emerge che le cause del suo malore sono dovute ad avvelenamento da Novichok, agente nervino in uso nell’esercito russo. Stando a quanto emerso da una testimonianza, il Novichok sarebbe stato applicato alle mutande di Navalny e solo per questo motivo non si è rivelato letale. L'oppositore russo è rimasto in cura in Germania per circa un anno, prima di tornare in Russia nel 2021, dove è stato arrestato in via cautelare al momento dell'arrivo in aeroporto per aver violato la condizionale in relazione a una condanna per appropriazione indebita. Da allora Alexei Navalny non è mai uscito di prigione, visto che a metà del 2022 è stata confermata la condanna a nove anni di carcere. Sconterà la pena nella colonia penale IK-6 nella città di Melekhovo, un carcere ben noto per una lunga serie di abusi, torture e misteriosi decessi dei detenuti.

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