Marc Innaro contro la Rai, l’ex inviato da Mosca: “Censurato perché volevo raccontare la guerra da una prospettiva russa”

Marco Innaro torna a parlare, dopo mesi di silenzio. Il giornalista Rai, ex inviato da Mosca per diversi anni fino alle prime fasi dell'invasione russa in Ucraina, ha raccontato la sua vicenda personale alla giornalista Asya Emeliyanova. L'ormai ex giornalista Rai, ha offerto il suo punto di vista ripercorrendo quella che lui considera essere la vicenda di un giornalista che si percepisce imbavagliato, costretto dopo alcune settimane in cui aveva tentato di raccontare quanto stesse accadendo da una prospettiva interna, ovvero quella russa, sarebbe stato lentamente silenziato. Dal primo maggio non è più un inviato della Rai. "Direi che non me ne sono andato a cuor leggero dalla Rai, perché ci ho lavorato per 35″, spiega Innaro, nel video caricato su Youtube. E aggiunge: "Devo molto a questa azienda, è una vita di sacrifici, sei spesso costretta a dimenticare la famiglia, però allo stesso tempo ho considerato che non ce la facevo più, da un punto di vista professionale e morale, a sopportare il decadimento della professione giornalistica, in Italia e in generale in occidente".
Innaro: "Doppi standard per me insopportabili"
Innaro denuncia quindi di aver percepito che ci siano: "Una serie di doppi standard per me diventati insopportabili. Non ci sono cose che si possono raccontare in base alla verità che si vuol far passare o un'opinione. Arrivato a 63 anni ho deciso di cogliere al volo l'occasione di andare via con 3-4 anni di anticipo rispetto al dovuto, capendo che non potevo andare avanti così". Innaro spiega, dunque, di avere percepito di essere stato imbavagliato: "Quello che mi è successo di fatto dal 24 febbraio 2022 in maniera inarrestabile e inesorabile. Tentavo di spiegare da corrispondente Rai quale fosse la posizione della Russia rispetto a ciò che sta accadendo in Ucraina, provando a spiegarne le ragioni. Non perché sposassi le tesi russe, ma per raccontare come venisse percepito in Russia ciò che stava accadendo, provando a dare informazioni di contesto storico, provando a dare una motivazione di carattere storico rispetto a ciò che si provava a raccontare come l'inizio della storia. Il 24 febbraio inizia, c'è un aggressore e un aggredito, esattamente come accaduto con il 7 ottobre tra Israele e Palestina, facendo credere che tutto sia cominciato con una data e che prima non sia accaduto nulla".
L'addio alla Rai a 63 anni
Si menziona il caso apparentemente scatenante della trasmissione Tg2 Post, su Rai2, quando Innaro che in collegamento racconta di aver mostrato alle sue spalle un confronto tra la mappa della Nato nel 1991 e di oggi, per far intendere, dunque, che ad allargarsi fosse stato proprio lo spazio della NATO. "Il punto è proprio questo, cercare di contestualizzare e chiaramente quando paragoni la NATO del 91 e del 2022 e chiedi di dire chi si sia allargato e chi ristretto, ti trovi davanti a un fatto abbastanza scontato, provando a spiegare la percezione russa. Da lì c'è stata una serie di interrogazioni parlamentari e polemiche". Dopo quella circostanza Innaro non nega di essere percepito crocifisso: "Per fortuna qualcun altro ha seguito quello che dicevo io opo qualche settimane ci è venuto in soccorso Papa Francesco che ha parlato della NATO che abbaiava alle porte della Russia. Non potendo buttarmi fuori, hanno preferito silenziarmi. Piano piano, in maniera crescente, sono stato estreomesso, si facevano fare cose ad altri e il corrispondente da Mosca della Rai veniva silenziato. Questo per me è diventato insostenibile, avere uno stipendiosenza far nulla. Ho chiesto di spostarmi e sono stato mandato a Il Cairo, dove poi sono sopraggiunti altri problemi".