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“Questi artisti sinistroidi con le boiserie pure nel cu*o”: le parole di Michele Morrone durante la polemica Giuli-Germano

L’attore a Belve sembra volersi inserire nella polemica Giuli-Germano: “In Italia, per essere riconosciuti come artisti, uno deve avere l’aria del poeta maledetto, farsi la canna, avere il teschio in mano. Questi attori un po’ sinistroidi, con le boiserie anche nel culo”.
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Non ci poteva essere tempismo migliore per rinfocolare le polemiche. Le citiamo per intiero: "Qui in Italia è come se, per essere riconosciuti come artisti, come attori, uno deve avere un po' l'aria del poeta maledetta, che si fa la canna, che c'ha il teschio in mano. Sai, questi attori un po' sinistroidi, con le boiserie anche nel culo". L'intervista che Michele Morrone ha rilasciato a Belve sembra quasi una risposta laterale alla polemica nata durante i David di Donatello tra Elio Germano e il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Non una risposta diretta, ma ben contestualizzata a una categoria. Anche perché Morrone cita espressamente i David: "Non mi sono mai visto nel circolino italiano e dei David non mi frega niente". 

La provocazione di Morrone

Le parole di Michele Morrone arrivano in un momento particolarmente caldo per il settore, subito dopo lo scontro tra l'attore Elio Germano e il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Una polemica che ha diviso l'opinione pubblica e che continua ad animare il dibattito.

C'è un grosso pregiudizio su di me perché qui in Italia è come se, per essere riconosciuti come artisti, come attori, uno deve avere un po' l'aria del poeta maledetta, che si fa la canna, che c'ha il teschio in mano. Sai, questi attori un po' sinistroidi, con le boiserie anche nel culo. Io non sono quello e non faccio parte di quello.

Quando la Fagnani gli chiede di menzionare tre attori più bravi di lui, Morrone fa un solo nome: Alessandro Borghi. Tra i tre che non gli piacciono, non menziona nessuno ma dice: quasi tutti.

Lo scontro Giuli-Germano e il coraggio di Michele Morrone

La controversia tra Germano e Giuli è scoppiata a distanza al Quirinale, non esattamente un contesto informale. L'attore ha accusato il ministro di agire come un "clan", mentre la risposta di Giuli è stata altrettanto decisa: "C'è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni culturali, come il Quirinale, per cianciare in solitudine, come Elio Germano qualche giorno fa, con certe battutine che sono una spia interessante del loro approccio". Pochi giorni fa, Valerio Aprea a "In altre parole" si è slegato: "Noi attori non siamo intoccabili". Anche Pierfrancesco Favino ha detto la sua, incontrando il favore dello stesso ministro: "Il problema non è Germano né Giuli, ma un cinema bloccato". Ora anche Michele Morrone, che non sarà Mastroianni, ma ha detto la sua con una certa autenticità e lo ha fatto proprio nel programma di Francesca Fagnani che, stranamente, non sembra aver voluto poi affondare il colpo dopo le sue dichiarazioni.

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