I sette anni di inferno della schiava del sesso dei trafficanti di droga messicani

Daniela era una sarta di 22 anni, che lavorava per nutrire i suoi figli e sua madre in Nicaragua, quando, nel 2008, la faida di droga che devasta il Messico e altri paesi dell'America centrale ha bussato alla sua porta. La ragazza stava partecipando ad una riunione per ricevere un prestito con circa altre 15 giovani donne vicino al confine con l'Honduras, quando alcuni uomini armati del cartello della droga Zeta in Messico hanno preso tutte le loro tessere di identificazione, le hanno vestite con abiti identici, e costrette ad entrare in un furgone. Da quel momento per Daniela (nome di fantasia) è iniziato un incubo conclusosi solo sette anni dopo. La sua storia è stata raccontata nei giorni scorsi dal magazine online Vice.
La sventurata è stata costretta a lavorare in un bordello, quindi condotta in una grande casa con una cantina nel nord del Messico. Qui ricorda di aver visto cinque altre giovani donne legata a dei pilastri, circondate da uomini che avrebbero “pagato per violentarle e torturarle”. Successivamente è stata portata a Nuevo Laredo, una cittadina nei pressi del Texas, e costretta a lavorare come ballerina e prostituta in un club frequentato da turisti statunitensi, oltre che dai trafficanti di droga. Quando è stata presa come schiava del sesso da uno dei boss del cartello Zeta, le è stato messo un chip nel piede così da poterla geo-localizzare in caso di fuga.
"Ho visto un sacco di persone morire in questi anni, sono state spesso delle morti orribili", ha detto. "Ho deciso di parlare perché la gente deve sapere cosa sta succedendo al confine con le ragazze che sono scomparse, e con un sacco di ragazze che lavorano nel mercato del sesso nel mondo dei narcos" ha aggiunto Daniela. Alla fine, qualcuno ha rischiato la sua vita per aiutarla a fuggire, ha spiegato. La giovane però ha preferito non rivelare altri dettagli in merito alla sua fuga. "Mi hanno portata fuori dall’inferno, hanno pagato per farmi arrivare a Città del Messico", ha detto a Vice. "Non voglio rivelare di più, ho paura che possano uccidere la persona a cui devo la vita. Non potrei mai perdonarmelo” ha aggiunto Daniela.