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“Gesù nero”, capo della setta di cannibali, fugge dal carcere
Papua Nuova Guinea, il capo di una sanguinaria setta religiosa fondata su cannibalismo, sacrifici umani e stupri, evade dal carcere: era stato condannato a dieci anni di reclusione.
A cura di
Redazione
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Si definisce il "Gesù Nero" ma la sua storia è un incubo: Stephen Tari è a capo di una setta sanguinosa, il cui culto è fondato sul cannibalismo, sacrifici di sangue e sugli stupri. Per questi ultimi Tari è stato incriminato e arrestato in Papua Nuova Guinea, ma dal carcere di Mading l'uomo è clamorosamente evaso. Tari, ex pastore luterano, ha sulla sua testa una condanna di oltre dieci anni di carcere nel 2011, ottenuta al termine di un processo nel quale era stata indagata la sua responsabilità delle violenze su ragazze appartenenti a una setta cristiana. Al tempo l'uomo poteva contare su un nugolo di pretoriani armati che gli facevano da guardie del corpo e su migliaia di sostenitori nei villaggi.
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