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Sergio Zanotti al pm: “Venduto ad Al Qaeda da un tassista, ero in Turchia per i dinari antichi”

Il 59enne italiano Sergio Zanotti ha raccontato di essersi recato in Turchia per affari, nel tentativo di acquistare dinari antichi da vendere poi in Europa. Dopo aver preso un taxi è stato venduto ai suoi sequestratori. “Sono stato trattato abbastanza bene”.
A cura di Davide Falcioni
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All'indomani del suo rientro in Italia Sergio Zanotti, liberato dopo tre anni di sequestro in Siria e rientrato ieri sera a Ciampino, è stato ascoltato dal pm Sergio Colaiocco, titolare del fascicolo d'inchiesta per sequestro di persona con finalità di terrorismo. "Ero senza lavoro, ho deciso di andare in Turchia, nella zona di Hatay a pochi chilometri dalla Siria, per cercare di acquistare dinari da rivendere in Europa dove nel mercato della numismatica hanno un valore. Sono stato però venduto dal mio tassista abusivo a dei miliziani che mi hanno narcotizzato: il 14 aprile del 2016 mi sono risvegliato in una casupola nella zona di Aleppo", ha raccontato il bresciano, ricostruendo le circostanze che hanno portato al suo lungo sequestro.

L'uomo è stato poi tenuto in ostaggio da miliziani di Al Qaida. La conferma è arrivata dagli inquirenti che lo hanno ascoltato stamattina per quasi tre ore. Zanotti ha spiegato che in questi tre anni "ha cambiato circa 10 prigioni" ma di "essere stato trattato abbastanza bene". Le prigioni si trovavano tutte nella zona di Aleppo. Ha quindi aggiunto di non essere mai stato tenuto in catene: "Me le hanno messe solo per girare i video postati su internet come una sorta di messa in scena. In una giornata ho girato diversi video con cambi di abito e cambi di scenario". E infine: "Ieri mi sono visto per la prima volta allo specchio dopo tre anni e ho fatto fatica a riconoscermi: sembro invecchiato di 15 anni".

Sergio Zanotti, 59enne bresciano, è rientrato ieri sera intorno alle 23 all'aeroporto militare di Ciampino, a Roma. L'imprenditore è stato ostaggio di un gruppo armato attivo in Siria e vicino ad Al Quaeda: in due video girati dai suoi aguzzini Zanotti chiedeva l'intervento del governo italiano, aggiungendo che altrimenti sarebbe stato ucciso. Dopo l'ultimo video messaggio, dell'imprenditore non c'è stata più traccia per quasi due anni nei quali dall'Italia si è continuato a lavorare per arrivare alla liberazione.

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