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“Lo riduci come uno zombie ed è finito”: anziani maltrattati in casa di riposo, 3 arresti

Per i carabinieri di Bologna nella struttura per anziani c’era “terrorismo psicologico” e “disumano cinismo” e ipotizzano anche il reato di Tortura. In particolare il titolare avrebbe somministrato farmaci arbitrariamente agli ospiti per renderli più docili. Coinvolto anche un medico per il quale è stata disposta la misura dell’interdizione dalla professione medica.
A cura di Antonio Palma
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Avrebbero sottoposto a umiliazioni e vessazioni  continue gli anziani affidati alle loro cure in una casa di riposo  che gestivano, arrivando infine a somministrare loro anche farmaci senza ricette mediche. Per questo quattro persone, tra responsabili e dipendenti di una casa famiglia di San Lazzaro di Savena, nella città metropolitana di Bologna, sono finite nei guai a vario titolo con la pesante accusa di maltrattamenti su persone in difficoltà. Tra le quattro misure di custodia cautelare, firmate dal Giudice per le indagini preliminari di Bologna su richiesta della locale Procura della Repubblica, una è in carcere e due ai domiciliari mentre per un altro dei coinvolti, un medico, è scattata la misura dell'interdizione dalla professione medica. Nella casa famiglia coinvolta potevano essere ospitati fino a sei anziani. Come spiegano dall'Arma, i provvedimenti restrittivi firmati dall'autorità giudiziaria sono arrivati al termine di "una complessa ed articolata attività info-investigativa" svolta in collaborazione dai Nas  e dai colleghi della compagnia dei carabinieri di Bologna centro . L'operazione, denominata "Fiore velenoso", ha permesso di "accertare i maltrattamenti subiti dagli anziani ospiti della struttura" che i militari definiscono "disumani". "Lo riduci come uno zombie e il problema è finito" oppure "Se campa campa, se muore arrivederci. Un rompic… di meno", sono le frasi che avrebbe riferito ai dipendenti  il titolare della casa famiglia per anziani  in una delle intercettazioni ambientali e telefoniche registrate dai carabinieri all'interno della struttura. Con lui, finito in carcere, coinvolti la coordinatrice e una collaboratrice, finite ai domiciliari. Per il medico invece l'accusa è di aver fornito, in cambio di denaro, i propri timbri e ricettari affinché il titolare della casa famiglia potesse approvvigionarsi di medicinali e cambiare arbitrariamente le terapie mediche degli ospiti.

Per gli inquirenti nella struttura c'era "terrorismo psicologico", "disumano cinismo" e "totale indifferenza alle letali conseguenze dei gesti". In particolare si denuncia l'uso di morfina e  tranquillanti somministrati arbitrariamente per lasciar dormire gli operatori, campanelli di allarme dei letti disattivati e in alcuni casi ospiti legati al letto. Pratiche che hanno aggravato la situazione di salute degli ospiti. Uno di loro, un anziano di 90 anni, si trova ora ricoverato al policlinico Sant'Orsola in gravi condizioni di salute: a portarlo via sono stati i carabinieri che, ascoltando ciò che succedeva nella struttura, sabato scorso sono entrati nella casa famiglia dicendo di dover fare un controllo di routine. "L'operazione ci ha consentito di salvare la vita a due pazienti perché quello che è emerso dalle indagini è una gestione degli anziani inaccettabile, sicuramente con il contenimento fisico e la somministrazione di benzodiazepine. Le posizioni di alcuni indagati potrebbero aggravarsi e potrebbe essere ipotizzato il reato di tortura, visti i danni psichici e fisici provocati", ha detto il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato.

La stessa attività investigativa, oltre agli arresti, ha portato anche a un'ordinanza di natura patrimoniale e al sequestro della struttura che è stata affidata ora all'Ausl per garantire la continuità assistenziale. Su disposizione della Procura, inoltre, nel corso delle perquisizioni e del sequestro della struttura, sono stati eseguiti dei prelievi agli anziani vittime per comprovare la presenza nel sangue di psicofarmaci. Nell'inchiesta sono indagati a piede libero anche altre quattro persone, dipendenti della struttura, ma ulteriori sviluppi potrebbero arrivare anche dalle indagini che saranno svolte  anche sui farmaci ritrovati nella casa di riposo. Molti di questi infatti erano farmaci ospedalieri. "Un fatto molto delicato perché' significa che "probabilmente qualcuno li ha sottratti da un ospedale per darli alla struttura privata", ha speigato il comandante del Nas di Bologna.

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