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Scrisse: “Bisogna uccidere i musulmani fin da bambini”. Condannata professoressa

Fiorenza Pontini, ex professoressa di inglese del liceo Marco Polo di Venezia, è stata condannata a un anno di reclusione, con pena sospesa, per istigazione all’odio razziale. Tra i suoi post su Facebook aveva scritto: “Bisogna uccidere tutti i migranti”.
A cura di Davide Falcioni
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Fiorenza Pontini, professoressa di inglese del liceo Marco Polo di Venezia, è stata condannata a un anno di reclusione, con pena sospesa, per istigazione all'odio razziale. Erano stati i suoi stessi studenti a segnalare alcuni post razzisti pubblicati dalla donna sul suo profilo Facebook, ottenendone l'immediato licenziamento. La condanna prevede anche a tremila euro di risarcimento e il pagamento di altri tremila euro di spese processuali. La difesa si riserva di presentare appello.

Tra i post che Pontini aveva pubblicato su Facebook, c'erano commenti come: "Poi ho torto quando dico che bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani, tanto sono tutti futuri delinquenti". Ma non solo: "Un altro salvataggio, ma non potevate lasciarli morire?". E, sempre in riferimento ai migranti:  "Bisogna ucciderli tutti", a commento tra l'altro di una fake news su alcuni musulmani che avevano sputato sul crocifisso di una chiesa a Venezia. Come se non bastasse, aveva definito l'allora presidente della Camera Laura Boldrini "schifosa, puttana, troia" rivolgendole in continuazione insulti, così come fatto per un periodo da migliaia di razzisti.

Erano stati gli alunni dell'insegnante, schifati dal suo comportamento, a segnalare ai genitori decine di commenti razzisti e xenofobi: la notizia era poi arrivata al dirigente scolastico, che non aveva esitato a sporgere denuncia nei confronti della professoressa ottenendone anche il licenziamento. L'accusa aveva chiesto una condanna a 15 mesi, ritenendo che i messaggi contenessero un enorme odio verso i migranti e anche un’istigazione all'odio razziale. Per il difensore della professoressa, l'avvocato Renato Alberini, mancava la concretezza della pericolosità. Nel corso del processo si era costituita parte civile l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione.

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