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Sciolti per mafia i Comuni di Corleone, Tropea, Bovalino e Arzano

La decisione è stata presa su proposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Assieme al Comune siciliano, sono stati sciolti anche quelli di calabrese di Tropea (in provincia di Vibo Valentia), di Bovalino (Reggio Calabria) e quello campano di Arzano (Napoli).
A cura di C. T.
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corleoone denuncia

Il consiglio comunale di Corleone, paese in provincia di Palermo da cui partì la scalata ai vertici di Cosa Nostra dei boss Totò Riina e Bernardo Provenzano, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. La decisione è stata presa dal Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell'Interno Angelino Alfano. Assieme al Comune siciliano, sono stati sciolti anche quelli di calabrese di Tropea (in provincia di Vibo Valentia), di Bovalino (Reggio Calabria) e quello campano di Arzano (Napoli).

Il caso di Corleone era arrivato lo scorso gennaio in commissione Antimafia della Regione siciliana. La sindaca, Leoluchina Savona, aveva espresso le proprie preoccupazioni per un ritorno in paese di alcuni soggetti legati ai clan mafiose. Un'inchiesta aperta dalla Procura di palermo aveva poi rivelato come i reggenti delle famiglie mafiose avessero addirittura incontrato la prima cittadina: il fratello di Savona, infatti, Giovanni, era legato da un rapporto di amicizia a uno degli uomini poi arrestati nel corso dell'Operazione Grande Passo. L'incontro con la sindaca è avvenuto il 3 settembre del 2014, e mirava a prendere in affitto uno stabilimento caseario di proprietà del comune. "Apprendo dalla stampa del provvedimento ma sono serena perché so di aver agito sempre per il bene della mia città. Sono dispiaciuta per i cittadini onesti di Corleone che non si meritavano questa decisione", ha commentato la sindaca Savona. "Ma siccome sono una donna delle istituzioni – ha aggiunto – ritengo che se lo Stato ha deciso lo scioglimento avrà dei motivi validi, che io non conosco perché ancora il decreto non mi è stato notificato. Quando lo avrò ricevuto e avrò letto le motivazioni potrò dare delle

L'accesso dell'Antimafia al comune di Tropea, invece, era stato disposto il 22 ottobre dell'anno scorso. A proporlo era stato l'allora prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno. Gli accertamenti si erano conclusi il 2 aprile di quest'anno, ed erano volti a chiarire possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nell’amministrazione del sindaco Giuseppe Rodolico, eletto con una lista civica.

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