Scandalo molestie in Gran Bretagna, si dimette il ministro della Difesa Michael Fallon

Michael Fallon, ministro della Difesa britannico, si è dimesso in seguito alle accuse di molestie sessuali e comportamenti impropri che lo hanno toccato assieme ad altri esponenti conservatori e membri del governo di Theresa May. Fallon ha ammesso che il suo comportamento è stato “inferiore alle aspettative” richieste a un uomo nella sua posizione e anche ai militari sottoposti al suo dicastero. “Negli ultimi giorni sono emerse accuse di molestie sessuali da parte di parlamentari – si legge nella sua lettera di dimissioni – comprese alcune accuse sulla mia condotta in passato. Molte di queste sono false, ma ammetto che in passato mi sono comportato al di sotto degli alti standard richiesti alle Forze Armate che ho l'onore di rappresentare”. Il nome del ministro della Difesa era stato fatto in relazione a una molestia risalente al 2002, quando a una cena avrebbe allungato le mani sul ginocchio della giornalista Julia Hartley-Brewer. Quest'ultima lo aveva difeso ridimensionando l'accaduto e facendo riferimento a una questione già risolta fra di loro. “Dissi con calma a Fallon che, se ci avesse riprovato, gli avrei tirato un pugno in faccia e lui smise subito”, così la giornalista quando è emerso lo scandalo, invitando a non esagerare la portata dell'accaduto.

Il governo May perde i primi pezzi dopo la bufera sulle molestie sessuali – Fallon era stato citato anche per altri possibili episodi nell'ambito del dossier realizzato da assistenti parlamentari contenente i nomi di circa 40 deputati Tory fra cui diversi ministri o sottosegretari. Una lista – “Parlamentari ad alta libido” – in cui venivano elencati casi di comportamenti inappropriati, relazioni clandestine, e anche abusi veri e propri attribuiti a Westminster a queste personalità. Fallon ha chiuso la sua lettera di dimissioni dicendo che è stato “un privilegio” servire come ministro della Difesa del suo Paese negli ultimi tre anni e mezzo. Quella di Michael Fallon è la prima testa a cadere sull'onda della bufera sulle molestie sessuali abbattutasi in Gran Bretagna sul governo di Theresa May.