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Volontari danno pasti caldi ai senzatetto a Termini, i vigilanti: “Non potete, è vietato”

Anche nella serata di ieri, 3 febbraio, i volontari dell’associazione Casa Famiglia Lodovico Pavoni sono stati interrotti dai vigilanti mentre stavano dando da mangiare ad alcuni senza fissa dimora alla stazione Termini. “Noi continueremo a fare il nostro lavoro”, dice in un’intervista a Fanpage.it uno dei volontari.
A cura di Beatrice Tominic
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Nella serata di ieri, 3 febbraio, come ogni giovedì l'associazione Casa Famiglia Lodovico Pavoni, fondata da padre Claudio e oggi, dopo la sua morte, gestita da padre Carlo è pronta a partire. Dopo la preghiera, infatti, i volontari partiranno con 8 macchine e un furgone carichi di vestiti, giubbotti e coperte (raccolti e sanificati prima della consegna); acqua e cibo, dai piatti caldi fino alla frutta e i dolci: fra i luoghi scelti per aiutare, anche la Stazione Termini. Come sta succedendo nelle ultime due settimane, però, la società Grandi Stazioni ha ribadito che è vietato dare da mangiare all'interno della stazione.

Mauro Terzoni, uno dei volontari dell'associazione Lodovico Pavoni, intervistato da Fanpage.it ha raccontato cosa è accaduto: "Anche ieri sera è stato ribadito il divieto di dare da mangiare a chi si trova all'interno della stazione: ieri c'erano quattro persone che non stazionano all'esterno perché non hanno coperte e rischierebbero di morire di freddo – dice – uno di loro non aveva neppure una coperta per ripararsi, così gli ho dato un sacco a pelo."

L'arrivo dei carabinieri

Appena arrivati alla stazione Termini, i volontari sono stati immediatamente fermati dal vigilante che gli ha detto che non sarebbero potuti entrare. "Ci hanno detto che non potevamo stare lì. Io ho chiesto il perché: ci sono milioni di persone che transitano e mangiano all'interno della stazione, dove ci sono anche appositi punti ristoro: noi diamo solo questi 4 pasti e poi torniamo anche pulire – ha detto Terzoni – quindi abbiamo continuato a dare da mangiare a quelle quattro persone". I vigilanti a quel punto hanno chiamato i carabinieri. "Sono stato identificato, ma continuerò a fare il mio lavoro".

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L'impegno non finisce qui

Intervistato da Fanpage.it, conferma che l'impegno dei volontari continuerà anche in futuro: "Ovviamente continuiamo. Mio padre da quando ero piccolo, anche se non avevamo molto, se trovava una persona in strada la portava a casa e ci diceva: "Oggi mangia con noi". Siamo circa una ventina di volontari e siamo riusciti a dare da mangiare a 150 persone che hanno aspettato il loro turno ordinati in fila. Perché dovremmo smettere? – si chiede Terzoni -A volte capitano anche intere famiglie con bambini. Il covid ha aggravato questa situazione, da un lato c'è la difficoltà di aiutare, dall'altra le persone che hanno bisogno sono aumentate. Noi dobbiamo continuare a fare quello che facciamo da tanti anni come casa famiglia, così come le altre associazioni: noi abbiamo come turno il giovedì, loro passano gli altri giorni."

Riguardo alle forze dell'ordine che, ultimamente, sono spesso intervenute, dice: "Rispetto e ammiro le forze dell'ordine: loro devono fare il loro lavoro, ma noi dobbiamo continuare a fare il nostro lavoro e continuare a dare da mangiare. Io ho chiesto una circolare o qualcosa di scritto, dove si dica che io non posso entrare a dare da mangiare perché mi sembra che non esista.  So che anche l'assessore Funari, insieme al prefetto, si sta interessando alla situazione per cercare di trovare una soluzione."

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In collaborazione con Daniele Napolitano

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