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Emergenza rifiuti Roma

Virginia Raggi a Fanpage: “Da Zingaretti accanimento su Roma, Ama investe dopo decenni di ruberie”

Intervista alla sindaca di Roma Virginia Raggi sulla crisi dei rifiuti che attanaglia la capitale. La prima cittadina difende il suo operato, il “risanamento di Ama dopo decenni di ruberie”, chiede alla Regione Lazio di aprire le discariche di Roccasecca e Colleferro. “Sapete quante discariche ci sono nel Comune di Milano? Zero, sono tutte in provincia. Quindi non capisco questo accanimento di Zingaretti su Roma”.
A cura di Valerio Renzi
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La crisi dei rifiuti a Roma sembra un remake infinito dello stesso film, un rompicapo senza soluzioni che non siano emergenziali. Una situazione che pesa sulle tasche dei cittadini, sull'immagine della città e sulla qualità della vita dei cittadini. Chiuso il "buco" di Malagrotta, di emergenza in emergenza, la capitale sta affrontando un'altra estate con le strade coperte di rifiuti mentre lo scontro istituzionale tra Campidoglio e Regione Lazio è ogni giorno più aspro. Ne abbiamo parlato con la sindaca di Roma Virginia Raggi.

Virginia Raggi a Fanpage.it: "Ama investe dopo decenni ruberie, da Zingaretti accanimento su Roma"

Intanto sindaca la cosa che più interessa ai romani: quando la città tornerà a essere pulita?

Roma Capitale e Ama, l’azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, stanno facendo tutto quanto è in loro potere per risolvere ogni tipo di criticità. Purtroppo raccogliere i rifiuti non basta, se non ci sono impianti e discariche dove portarli e smaltirli. Se i rifiuti restano in strada è per questa carenza di impianti e discariche, la cui responsabilità ha nomi e cognomi: Regione Lazio e Nicola Zingaretti. Non lo diciamo solo noi: lo dicono anche la legge e diverse sentenze del Tar che hanno imposto alla Regione di dotare il Lazio di una rete adeguata di impianti. Alla Regione, infatti, compete la programmazione del ciclo dei rifiuti e, soprattutto, l’indicazione delle soluzioni di smaltimento: se in discarica o in altre tipologie di impianto, e in quali aree. Purtroppo, dalla chiusura della discarica di Malagrotta, nel 2013, il presidente Nicola Zingaretti è sempre stato al governo e non ha previsto alcuna soluzione.

Dopo la chiusura di Malagrotta la città non era pronta, e portare i rifiuti all’estero o fuori regione poteva essere comprensibile. Ma perché in questi anni non si è chiuso il ciclo dei rifiuti, perché non avete realizzato gli impianti?

Questa è una domanda che dovremmo fare tutti – giornalisti, amministratori, cittadini – a Nicola Zingaretti. Perché il Piano Regionale dei Rifiuti è stato approvato soltanto pochi mesi fa, dopo otto anni, con un incredibile ritardo più volte stigmatizzato dalle istituzioni internazionali e nazionali? È proprio questo il documento che serviva ad indicare le soluzioni necessarie alla chiusura del ciclo dei rifiuti, non solo nella città di Roma ma in tutto il Lazio. E si è rivelato insufficiente, visto che il Ministero della transizione ecologica ne ha chiesto la revisione. Qui non parliamo solo della Capitale, perché la crisi dei rifiuti investe tutto il Lazio. Non dimentichiamoci che la Regione è stata commissariata proprio per le inefficienze nella gestione dei rifiuti nella città di Latina. Tutti i Comuni sono in seria difficoltà. Per quanto riguarda Roma, noi avevamo alcuni impianti fondamentali per il trattamento dei rifiuti, come il Tmb Salario dato alle fiamme da ignoti alla fine del 2018. Dopo aver risanato i conti di Ama – in cui abbiamo trovato un enorme buco di bilancio da oltre 250 milioni di euro lasciato dalle passate amministrazioni – abbiamo potuto approvare il Piano Industriale aziendale e il Piano di Risanamento in cui è prevista la realizzazione di due nuovi tmb. Siamo tornati ad assumere personale, abbiamo acquistato nuovi camion, stiamo sostituendo tutti i 41mila cassonetti, abbiamo avviato la costruzione di due nuovi impianti di compostaggio. Questa Amministrazione, per la prima volta dopo decenni, ha un piano di investimento per Ama Spa, già avviato, per 340 milioni di euro che prevede anche la realizzazione di nuovi impianti di selezione del multimateriale, 300 nuovi mezzi per la raccolta, 88 nuove spazzatrici, nuovi centri di raccolta. Noi stiamo facendo la nostra parte, come si vede.

Appurato che non c’è un’area idonea nel comune di Roma per una discarica, cosa risponde ai sindaci dell’area metropolitana che non vogliono i rifiuti dei romani, e in particolare la primo cittadino di Albano Laziale che ha annunciato che farà ricorso contro la sua ordinanza? Anche Zingaretti si dice contrario all'apertura della discarica di Albano, insistendo sull'individuazione di un sito all'interno del territorio del comune…

Io capisco e rispetto le posizioni dei sindaci: sono amministratori in prima linea, come me, che devono rispondere alle giuste preoccupazioni delle proprie comunità. Quella che abbiamo individuato è chiaramente una soluzione tampone, della durata di 180 giorni, che non risolverà certamente il problema nel lungo periodo. Ma in questi mesi riuscirà a dare il tempo necessario alle istituzioni per poter trovare una soluzione. È necessaria la collaborazione di tutti: per questo ho lanciato un appello ai miei colleghi sindaci del Lazio a unire le forze per spingere la Regione Lazio ad aprire le altre discariche disponibili, da Colleferro a Roccasecca. Nel Lazio sono rimaste solo due discariche, e per quella di Civitavecchia si annuncia la chiusura da agosto. Anche l’impianto Tmb di Rida a Latina si fermerà. Saranno problemi per tutti. Quanto alla discarica a Roma, Zingaretti sa che all’interno del Comune non esistono aree idonee a una sua realizzazione e che nessuna nuova discarica sarà pronta domani o tra due mesi. Voglio anche ricordare che per 40 anni Roma ha ospitato a Malagrotta la discarica più grande d’Europa, che accoglieva rifiuti da tutti i Comuni del Lazio e dal resto d’Italia. Sapete quante discariche ci sono nel Comune di Milano? Zero, sono tutte in provincia. Quindi non capisco questo accanimento di Zingaretti su Roma.

Perché la differenziata non è aumentata come previsto in questi anni?

Noi non sfuggiamo alle nostre responsabilità. Abbiamo fatto il possibile in uno scenario che non possiamo slegare da quello dell’intero ciclo dei rifiuti. Mi spiego meglio: gli impianti di trattamento, per assenza di sbocchi in discarica e indagini che continuano a coinvolgere le autorizzazioni rilasciate dalla Regione Lazio, ricevono meno rifiuti. Questo ha due effetti: la raccolta non è regolare, i mezzi Ama restano pieni e quando saltano i giri inevitabilmente si creano cumuli di rifiuti a terra che fanno crescere la frazione indifferenziata. Le cicliche crisi della Regione Lazio impediscono quindi, da anni, la necessaria pianificazione e la corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Nonostante questo e nonostante le critiche, la nostra percentual1e di raccolta differenziata è superiore alle grandi Capitali europee, arrivando al 47%.

Tra voi e la Regione Lazio è ormai quotidiano il rimpallo di accuse sulle responsabilità sulla situazione drammatica che la città sta vivendo, ma i cittadini non rischiano di non capire e vedere solo il risultato finale (ovvero l’immondizia per strada)? Le istituzioni soprattutto in questo caso non dovrebbero cooperare per l’interesse generale?

Assolutamente sì, sono d’accordo: la cooperazione è fondamentale. Noi abbiamo sempre cercato il dialogo, nei tavoli tecnici istituiti presso il Ministero o negli altri incontri politici sul tema. Le soluzioni ci sono ma non c’è il coraggio prendere alcune decisioni. Dal mese di aprile, all’indomani delle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la massima dirigente regionale al ciclo dei rifiuti e un imprenditore del settore, nulla è stato fatto per completare la discarica di Roccasecca. La discarica di Colleferro è stata inspiegabilmente chiusa dalla Regione Lazio nonostante fosse ancora capiente. Noi continuiamo a cercare il dialogo, ma dall’altre parte ci sono evidentemente ragioni politiche o elettorali che sono preminenti rispetto alla tutela dell’interesse dei cittadini: non trovo altra spiegazione.

Economia circolare, svolta verde, riciclo e riuso sono alcune delle parole d’ordine storiche del M5S: cosa si sente di dire oggi agli elettori dai delusi dai risultati raggiunti finora dalla vostra azione amministrativa?

Di continuare a darci fiducia, perché abbiamo cambiamo rotta nella gestione di Ama, l’abbiamo risanata dopo decenni di ruberie e la stiamo rilanciando con una piano industriale ben preciso. Siamo inoltre la prima amministrazione di Roma Capitale che, dopo decenni, ha investito in modo importante nel Verde pubblico, con un investimento totale di 108 milioni di euro che, già da un anno a questa parte, finanziano lavori di manutenzione e salvaguardia dei nostri alberi e delle aree verdi della Capitale. Abbiamo fatto ripartire il nostro Servizio Giardini, acquistando nuovi mezzi e assumendo nuovo personale. Abbiamo avviato un importante progetto per la valorizzazione degli oli usati attraverso la raccolta nei mercati e nelle sedi di tutti i Municipi di Roma. Infine abbiamo approvato recentemente il PAESC (il Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima), che fissa al 51% la riduzione di emissioni climalteranti che Roma si impegna a ottenere entro il 2030.

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