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Virus West Nile in Italia

Va in ospedale tre volte ma nessuno capisce che è West Nile: 62enne ricoverato allo Spallanzani

Due accessi in pronto soccorso e un ricovero in ospedale (con diagnosi errata) prima che gli facessero un test per la West Nile, la ‘febbre del Nilo’: ora Nello è ricoverato allo Spallanzani. Il figlio: “Una settimana di attesa, un’altra persona sarebbe potuta morire”.
A cura di Simona Berterame
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Due accessi in pronto soccorso e un ricovero prima di ricevere la diagnosi di positività alla West Nile. Questo è il pellegrinaggio sanitario che ha dovuto fare Nello M., 62enne residente ad Aprilia, prima di finire ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma. A raccontarci la sua disavventura è il figlio Alessio, che in questi giorni ha girato ben tre ospedali insieme al padre cercando di ricevere una diagnosi.

Nello ha iniziato a accusare i primi sintomi il 5 agosto. Febbre, emicrania e vista annebbiata. Lui e la sua famiglia pensano subito alla Febbre del Nilo, poiché residenti in una zona molto colpita dal virus e la loro abitazione si trova vicino a un piccolo stagno zeppo di zanzare. "Nonostante presentasse tutti i sintomi compatibili con il virus e avessimo segnalato ai medici che vive in una zona con focolaio attivo e che nei giorni precedenti era stato punto da diverse zanzare, la diagnosi non è stata immediata. È stato necessario passare per ben tre ospedali diversi prima di identificare la causa del suo malessere" racconta il figlio Alessio.

L'attesa per un test

Il 5 agosto Nello si reca al primo pronto soccorso in provincia di Latina, insieme al figlio e alla moglie. I tre comunicano subito agli operatori i loro timori per la West Nile ma vengono subito smontati. "Ci hanno rimandato a casa dopo due ore, nessuno ha voluto fargli il test e ci hanno velatamente detto di essere stati troppo esagerati a portarlo perché non aveva la febbre così alta".  Le condizioni di Nello però peggiorano e il giorno seguente si recano ad un altro pronto soccorso, stavolta in provincia di Roma. Stavolta il paziente riceve una diagnosi di broncopolmonite e viene trasferito in un altro ospedale con un reparto specifico di pneumologia. "Ci avevano garantito di avergli fatto un test della West Nile ma ad oggi non abbiamo nessuna documentazione a riguardo" spiega il figlio nel ripercorrere tutta la vicenda. Dopo il trasferimento, finalmente qualcuno capisce la necessità di effettuare un test per la Febbre del Nilo, e viene perciò inviato un campione del suo sangue all'ospedale Spallanzani di Roma, nosocomio in prima linea nell'affrontare questo virus. L'esito positivo è arrivato il 10 agosto, ovvero quasi una settimana dopo il primo accesso in pronto soccorso.

Il trasferimento all'ospedale Spallanzani

Nello da ieri (11 agosto 2025, ndr) si trova ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma e la sua famiglia può tirare in parte un sospiro di sollievo, sapendo di avere finalmente una diagnosi precisa. "Mio padre per fortuna non ha nessuna malattia pregressa ed è ancora giovane rispetto alle persone decedute in queste settimane – ammette il figlio Alessio -. Un anziano non so se sarebbe sopravvissuto dopo quasi una settimana di attesa".

Il bilancio

Intanto il bilancio delle vittime nel Lazio del virus West Nile è salito a nove: l'ultima vittima un uomo di 85 anni di Cori in provincia di Latina, è morto questa mattina all'ospedale Santa Maria Goretti. L'uomo aveva già patologie concomitanti. Era stato ricoverato nella struttura il 2 agosto scorso e si trovava in condizioni già piuttosto critiche.

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