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Va alla partita di calcio del figlio armato di motosega e la brandisce durante una rissa

Si è presentato in tribuna durante una partita di calcio Under 19 e durante una lite ha estratto una motosega agitandola contro le persone in tribuna: nei guai il papà di un giovane calciatore.
A cura di Beatrice Tominic
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Si trovava in tribuna per assistere alla partita di calcio del figlio nel campionato Juniores Under 19 quando in campo e sugli spalti è scoppiata la lite. E mentre gli altri genitori si iniziavano a prendere a botte, lui ha estratto una motosega brandendola davanti agli altri spettatori. I fatti risalgono a qualche mese fa e ora a carico del papà, un uomo di 45 anni di Canino e di professione potatore, comune del Viterbese, è scattato il Daspo per un anno.

La lite durante la partita Under 19 in Tuscia

Come anticipato, i fatti risalgono allo scorso mese di marzo quando, durante una partita Under 19, fra la Pro Alba Canino e la Maremmana è scoppiata una lite sul palco e sugli spalti. Una volta scoppiata la rissa il quarantacinquenne è andato verso l'automobile parcheggiata e ha preso una motosega. Poi è tornato verso il campo, minacciando i presenti. Fortunatamente la motosega era a motore spento e, soprattutto, non ci sono state conseguenze: sul posto sono immediatamente intervenuti i giocatori che hanno riportato la calma.

Al termine dei tafferugli, però, un giocatore è finito in ospedale, mentre l'altro, risultato essere l'aggressore, è stato squalificato e non ha potuto giocare per il resto dell'anno. Danni anche al campo e negli spogliatoi, dove i tifosi hanno rotto il lucchetto d'ingresso al cancello e un lavandino è stato sradicato.

Va alla partita con la motosega: raggiunto da Daspo

Lite in campo e sugli spalti per una partita Under 19, padre con la motosega in tribuna. Per l’uomo, un 45enne di Canino, è scattato il Daspo per un anno, emesso dal questore di Viterbo, Luigi Silipo. Secondo quanto disposto, al quarantacinquenne è vietato l'accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni sportive per un anno. "L'inosservanza del divieto – precisa la nota – è sanzionata penalmente, con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da euro 10.000 ad euro 40.000".

A rintracciare l'uomo e a identificarlo era stata la Digos della questura di Viterbo che l'ha segnalato all'autorità giudiziaria.

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