Ultrà neofascista aggredisce tifoso laziale: “Sei uno dei bastardi di Lazio e Libertà?”

Nella serata di martedì scorso, 18 gennaio, al termine della partita di Coppa Italia disputata fra Lazio e Udinese, un tifoso laziale è stato aggredito da un ultrà neofascista. L'aggressore ha riconosciuto la bandiera che aveva con sé la vittima di Lazio e Libertà, un gruppo creato il 9 gennaio del 2020 da alcuni tifosi laziali per riunire tutti i laziali che credono nei "valori democratici e civili", come si legge nella pagina su Facebook.
Uscito dall'Olimpico, mentre stava attraversando la strada adiacente allo Stadio Centrale del Tennis, il tifoso, un 50enne alto quasi uno e 90 e di corporatura robusta, ha visto con la coda dell'occhio un gruppetto di ragazzi che si stava avvicinando a lui. Fra loro, ne ha individuato uno con il braccio aperto: pensava che volesse salutarlo, invece, lo ha colpito così forte che non è neppure riuscito a capire se quello che lo ha raggiunto all'orecchio fosse un pugno o uno schiaffo. “Sei uno di quei bastardi di Lazio e Libertà!”, ha urlato aggredendolo. Poi il gruppetto gli ha strappato la bandiera che era arrotolata sull'asta e si è allontanato, mentre i due tifosi che erano con la vittima hanno prontamente allertato la polizia, che lo ha soccorso. Nella giornata di oggi, infine, il 50enne ha sporto denuncia al commissariato di ponte Milvio: adesso, come si legge in un articolo di oggi de la Repubblica, gli agenti sono alla ricerca degli aggressori che rischiano di essere denunciati per rapina.
La risposta di "Lazio e Libertà" su Facebook
Già nella sera stessa in cui è avvenuta l'aggressione, la pagina Facebook di "Lazio e Libertà" ha pubblicato un post in cui è descritto brevemente quanto accaduto, a cui è seguito un secondo pubblicato oggi. "Do una notizia a quei fenomeni un po' vigliacchetti che hanno compiuto quest'azione: siamo tanti i bastardi di Lazio e Libertà, siamo tanti i Laziali e basta che vanno allo stadio solo per tifare la squadra e non per fare la caricatura della politica degli anni settanta – scrivono dalla pagina – Siamo tanti che siamo laziali e basta, che ogni tanto neanche ci va di andare allo Stadio, ma ci va di parlare, appassionarci, cantare ed emozionarci per quelle maglie bianche e azzurre."