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Ucciso per aver chiesto di abbassare il volume: pena ridotta all’aggressore di Alessandro Castellaccio

Alessandro Castellaccio è stato ucciso a giugno 2023 solo per aver chiesto di abbassare il volume della musica davanti un bar. A uno degli aggressori sono state riconosciute le attenuanti in secondo grado.
A cura di Natascia Grbic
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La Corte d'Assise d'Appello ha ridotto la pena in secondo grado per uno degli imputati dell'omicidio di Alessandro Castellaccio, l'operatore socio sanitario ammazzato di botte il 28 giugno 2023 per aver chiesto di abbassare il volume della musica. I giudici hanno riconosciuto il capo d'imputazione per omicidio volontario – la difesa aveva chiesto la derubricazione a omicidio preterintenzionale – ma anche le attenuanti generiche. E così Ion Voicu, il 35enne che ha scagliato il primo pugno al volto di Castellaccio, è stato condannato a dieci anni e otto mesi di reclusione rispetto ai quattordici anni e dieci mesi comminati in primo grado. L'uomo aveva scelto il rito abbreviato, che già gli aveva consentito la riduzione della pena. L'altro uomo coinvolto nel processo, Mircea Nasaf, ha scelto invece il giudizio ordinario. L'avvocato di Voicu, Sandro Alomonti, ha già annunciato che presenterà ricorso in Cassazione per chiedere il cambio di capo d'imputazione in omicidio preterintenzionale.

L'omicidio di Alessandro Castellaccio

Alessandro Castellaccio è stato massacrato il 28 giugno 2023 davanti un bar a Tivoli dopo aver chiesto a Voicu e Nasaf di abbassare la musica. Una richiesta normale, come tante, che non è andata giù ai due uomini, che si sono avventati su di lui. Voicu gli ha sferrato un pugno facendolo cadere a terra, mentre Nasaf si è accanito con una raffica di calci mentre il 40enne era a terra, ormai inerme. Ricoverato in ospedale, Castellaccio è deceduto dopo cinque giorni di agonia a causa delle gravissime ferite riportate. I due aggressori, identificati in Voicu e Nasaf, sono stati arrestati il giorno successivo al pestaggio. Hanno dichiarato che non avevano intenzione di uccidere.

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