Uccide la compagna a coltellate e si costituisce: la donna trovata morta nell’androne del palazzo

Ancora un femminicidio, questa volta a Civitavecchia, alle porte di Roma. Un uomo di 54 anni di origine venezuelana si è costituito in caserma dai carabinieri confessando di aver ucciso a coltellate la compagna. Giunti nell'androne del palazzo indicato dall'uomo, in via Gorizia, i militari hanno trovato la vittima priva di vita con varie ferite d'arma da taglio all'addome. Indagini in corso, l'intera area è stata transennata per i rilievi.
La donna trovata morta in via Gorizia
Al momento le informazioni sono ancora poche, le indagini sono attualmente in corso e i militari impegnati nei rilievi. L'uomo e la donna convivevano insieme nell'appartamento in via Gorizia, e il femminicidio sarebbe avvenuto questa mattina. Il 54enne ha aggredito la compagna con un coltello, ferendola a morte e lasciandola in terra prima di costituirsi nella vicina caserma, intorno alle 14.15 di oggi, giovedì 15 maggio. Dopo aver confessato di averla uccisa, i carabinieri sono andati immediatamente in via Gorizia insieme al personale del 118 per verificare il suo racconto. E proprio qui hanno trovato la donna ormai priva di vita, con diverse ferite d'arma da taglio all'addome. Il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare il decesso della vittima a causa delle varie coltellate ricevute, di cui una al cuore. Il 54enne è stato arrestato.
Tidei (Iv): "Ennesimo femminicidio, basta silenzio"
"Ancora una volta ci ritroviamo a piangere una donna, vittima dell'ennesimo, orribile femminicidio – ha dichiarato Marietta Tidei, consigliera regionale di Italia Viva – Una tragedia che si è consumata nel cuore della nostra città, a pochi passi dalla Cattedrale, dove una donna di 47 anni, di origine bulgara, è stata brutalmente uccisa con tre colpi al torace all'interno di una palazzina in via Gorizia. Non bastano le leggi, le pene più severe, le risorse investite: la violenza di genere continua a colpire, senza tregua, lasciando dietro di sé dolore, rabbia e un senso profondo di impotenza. Di fronte a questo nuovo orrore, non possiamo restare in silenzio. Esprimo il mio profondo cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia della vittima, ai suoi cari e a tutte le persone colpite da questa tragedia. Ogni femminicidio è una ferita inferta alla nostra comunità, un fallimento collettivo che ci impone di continuare a lottare, con più forza, con più determinazione, affinché nessuna donna debba più temere per la propria vita. La violenza sulle donne non è un fatto privato: è un'emergenza pubblica che chiama in causa ciascuno di noi. È il tempo della responsabilità, della cultura del rispetto, della prevenzione concreta. Non c'è più spazio per l'indifferenza".