Tornano attivisti per il clima, 5 persone in questura. Vernice e cancelli rotti alla sede di Eni

Dopo più di un mese sono ricominciate le dimostrazioni di Ultima Generazione per il clima. Alle 10 di questa mattina, cinque attivisti davanti alla sede legale di Eni, in piazzale Enrico Mattei al civico 1, per un’azione di imbrattamento a danno del gigante italiano dell’energia, come si legge in una nota. Tutte le persone coinvolte, poi sono state portate in questura a forza, ma come fa sapere Ultima Generazione in un comunicato, non si è ancora a conoscenza del nome del commissariato in cui sono stati trattenuti.
Nel corso di questo atto di disobbedienza civile non violenta, i muri sono stati imbrattati con la vernice e le vetrate del cancello sono state danneggiate per simboleggiare le ultime trivellazioni dell’azienda autorizzate dal governo Draghi.
Il cancello rotto
Uno degli attivisti, a proposito del cancello rotto, ha dichiarato: "Rompere il vetro in caso di emergenza significa che, in questo momento, ogni atto di protesta che non ferisca o minacci persone è un dovere per fermare le emissioni – poi ha continuato – La scelta del governo di aumentare il gas nazionale va contro ogni parere della comunità scientifica nazionale e avvantaggia soltanto aziende fossili come Eni."
Le prossime azioni di protesta
Come fanno sapere da Ultima Generazione, le azioni proseguiranno fino a quando non saranno accolte le due richieste della campagna. La prima, come si legge nel comunicato, è: "Interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e di cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale." Seguita poi dalla seconda protesta con cui, invece, si chiede: "Procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW nell’anno corrente, e a creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile aiutando gli operai dell'industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili."