Tiberis: il parco lungo il Tevere è una rivoluzione a metà, molo inservibile e niente servizi

A ventiquattro ore dalla data di inaugurazione del parco d’affaccio del Tiberis non c’è ancora niente. E le reti arancioni restano a delimitare il gigantesco cantiere. Sul cartello si legge: “data di ultimazione 15 giugno 2025”.
Il progetto della giunta Gualtieri – voluto dall’allora sindaca Virginia Raggi – doveva trasformare l’ex spiaggia urbana sotto ponte Marconi: sistemazione del terreno, due cisterne di raccolta, gazebi per l’ombra, restauro del molo. Un milione di euro spesi. Ma oggi restano solo reti, cumuli di terra e nessuna traccia della vasca d'acqua promessa.
Eppure, proprio lì, Ubaldo Ranucci, la moglie Giovanna e il figlio Daniele, con la loro compagnia "Gite sul Tevere", si danno da fare per mantenere la vecchia banchina, segnata dal tempo.
“Noi abbiamo chiesto la concessione per intervenire, ma non è stato possibile – spiega Ubaldo – L’attracco merita un intervento serio. Serve una banchina come quella di Ostia Antica.”


Quella dei Ranucci è un’attività di famiglia: traghetti dal molo di Marconi fino a Ostia Antica, con visita al parco archeologico. Oggi il punto d’imbarco è un caos di reti e assi rattoppate ad arte.
Superato il cancello verde, si scende una lunga rampa verso la banchina. Da un lato un canneto fitto, dall’altro le reti arancioni che svolazzano col vento. Il legno del molo scricchiola sotto i piedi. Qualche asse nuova si alterna a quelle marce: riparazioni fatte a mano, pezzi messi lì per non far affondare tutto. Una quarantina di persone attendono “L’Imperatrice”, il battello capitanato da Daniele.
Il viaggio sul fiume è lento. La vegetazione fitta costeggia i due lati, si intravedono sacchetti, bottiglie, le capanne con le tende dei pescatori. Poi un airone cenerino si alza in volo. I cormorani osservano silenziosi da un tronco.


Il battello arriva a Ostia Antica, dove la giunta Gualtieri ha inaugurato il 10 maggio un parco d’affaccio di 1,5 ettari.
“Qui hanno fatto qualcosa di spettacolare”, dice Ubaldo, indicando pontili in legno, pista ciclopedonale da 700 metri, aree d’ombra e di sosta. Il risultato? Un punto d’incontro tra città, Tevere e parco archeologico. Una trasformazione che a Marconi ancora tarda ad arrivare.
Antonio Ricci, presidente della Pro Loco Ostia Mare, sintetizza così: “Dopo vent’anni c’è la volontà di rivedere l’insieme. Fare una spiaggia è una cosa, un parco d’affaccio è un altro discorso: serve tempo e lavoro. Qui c’è il cantiere, dobbiamo aspettare. Ma la direzione è giusta.”
Ostia Antica era un bosco inaccessibile. Rovi e spine ovunque. Ora è uno spazio rigenerato.
Al Tiberis c'è lo stesso bisogno. Ma non si sa quando si potrà vedere.
E intanto Ubaldo continua a rattoppare assi, a sistemare quel che può. Aspetta un intervento. Aspetta che anche Marconi possa avere una vera banchina.
Nel frattempo, Daniele ormeggia “L’Imperatrice”. I visitatori scendono in fila, uno dopo l’altro, e si incamminano verso il parco archeologico.
